torna a medea
 


Editoriale scalpellante


di
Paola Musarra
dedicato a Yukai


Roma, estate 2009

Nel settembre del 2008, dopo la vacanza estiva del Circolo Bateson a Vallombrosa, avevo scritto su MeDea la storia dello scalpellino di Pietrasanta, che vi riporto qui per comodità:
"Un signore doveva spostare un enorme masso che ingombrava la sua proprietà. Gli dissero di chiamare uno scalpellino di Pietrasanta, che arrivò con un suo martelletto, studiò la pietra, dette qualche colpettino qua e là, poi si mise seduto ad aspettare.
Dopo un po' il masso si frantumò in mille pezzi."

... chiamò uno scalpellino......

Perché vi sto ri-raccontando questa storia?
Perché, in questi tempi cupi di estremo degrado politico, mi sono ricordata delle circostanze in cui lo scalpellino era riemerso dalla mia memoria.

Dopo una conversazione con un giovane partecipante alla vacanza studio, mi ero posta alcune domande. Per cambiare - stavo per dire "il mondo", diciamo piuttosto "quello che non ci piace", dobbiamo per forza delegare le nostre scelte al Grande Partito, o meglio, ad arroganti funzionari e funzionarietti di partito legati a vecchie logiche e a vecchi giochi di potere e soprattutto assolutamente incapaci di autocritica? Dobbiamo sempre rispettare decisioni che piovono dall'alto, secondo logiche che ci scavalcano e ignorano i nostri veri problemi, senza che ci sia mai un momento di vero "ascolto", senza che nessuno si preoccupi di raccogliere - rispettandole - tutte le energie e tutte le istanze che vengono dal basso?

Forse, a volte - ahimè - sarà necessario farlo, ma QUOTIDIANAMENTE?

Bisogna ripartire da zero. Ogni giorno siamo chiamate/i a fare infinite piccole e grandi scelte:

  • dove viviamo con chi e perché
  • come e quando e dove e con chi ci svegliamo
  • quanta acqua ed energia (non) consumiamo
  • come (non) ci vestiamo
  • che cosa (non) compriamo - e dove
  • come e che cosa (non) mangiamo
  • che cosa (non) leggiamo ascoltiamo guardiamo
  • quanto (non) ingombriamo la Rete con file pesantissimi e inespugnabili o con idiozie
  • come ci spostiamo
  • dove andiamo
  • a fare che cosa
  • con chi e perché
  • di quali persone oggetti piante animali ci circondiamo
  • come (non) li/le curiamo
  • come (non) ci curiamo
  • come, con chi e perché (non) comunichiamo
  • che cosa e a chi (non) chiediamo
  • che cosa e da chi (non) pretendiamo, e perché
Continuate voi. E chiedetevi che cosa potreste (ma lo volete davvero?) modificare per stare meglio.

Il fatto è che spesso siamo troppo (o troppo poco) coinvolte/i da cose e persone, non sappiamo trovare la GIUSTA DISTANZA (sul lavoro, in famiglia, con le amicizie vere e finte...).

Non è detto che le nostre scelte debbano rispondere ad una finalità cosciente compatta (personalmente odio - e mi assumo la responsabilità di questa affermazione - le rigide "questioni di principio"), anzi, è bene imparare a cambiare spesso rotta (il che non vuol dire voltar gabbana...) in una sconcertante e flessibile navigazione a vista, che si sottragga ad ogni sospetto di prevedibilità, non escluda il piacere e possa anche aggregare - questa è la speranza - altre/i "camminanti"...

In sostanza, rispetto a tutto quello "che non ci piace", bisogna ripartire da zero. Il processo sarà lungo, io temo che non ne vedrò gli esiti perché sono vecchia e quindi destinata a sobbollire ancora chissà quanto a lungo in questa merda. Ma a chi è giovane voglio ricordare che possiamo "metterci di traverso" in tanti modi, anche impercettibilmente, ma alla lunga significativamente. Solo così si riuscirà, con innumerevoli colpetti nei punti sensibili, a frantumare il masso.



... piccoli squali rossi ...

Coraggio, piccoli squali!




torna su

mise en page: 
pmusarra 

torna a medea