A Ferragosto
Nel sacco
di Paola Musarra
Roma, agosto 2015
C'è un grosso sacco nero di plastica fra due macchine, nella fanghiglia lasciata dalla recente pioggia al margine del marciapiede.
Un ragazzo africano alto e magro avanza piano, vede il sacco, si accoscia, lo lacera e ne sparge il contenuto.
Involucri di cellophane, vasetti vuoti di yogurt, tovagliolini accartocciati, residui dal vicino albergo di colazioni e merende in camera.
Emerge un piccolo panino, poi un altro, smozzicato. Il ragazzo li prende, cerca tra i rifiuti una bustina trasparente e ce li mette dentro. Ecco un altro panino, che cade nella fanghiglia. Lui lo raccoglie e lo mette insieme agli altri nella bustina.
Nel sacco c'è una carta più volte ripiegata, come quelle del salumiere. Il ragazzo la svolge e scopre il grasso rosato di alcune fette di prosciutto.
Per un tempo interminabile se ne sta lì a guardarle, poi ripiega lentamente la carta con il suo contenuto, la rimette tra i rifiuti, si alza, con la sua bustina trasparente in mano, e se ne va.
Sulla spalla, ripiegato, ha un tappetino da preghiera.

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