Roma, primi di marzo 2010 Prima strofa - Qui ci metterei Eliot (Four Quartets - East Cocker): Ci avevano ingannato. Dov'è la promessa di serenità, di saggezza? In realtà, invecchiando tutto diventa strano, dice Eliot, si complica la trama dei morti e dei vivi. Da alcuni giorni mi fa male una spalla. Nel mio corpo medicine diverse si azzuffano. L'emivita dell'antiinfiammatorio che mi è stato prescritto è di 4-6 ore. E la mia? Forse non dovevo prendere in mano Eliot. Eppure sono in buona compagnia. In una intervista al Novi Matajur del 29 gennaio scorso, Antonella Bukovaz (che recentemente ha interpretato in teatro, con altre due attrici, un suo lungo monologo poetico: M.O.R.S.) ha detto: "La cosa che rileggo più spesso sono i Quattro quartetti di Eliot...". I suoi lavori più recenti, ancora inediti, recano le tracce di una antica e futura sapienza. ![]() da M.O.R.S. Scopro inoltre (David Lipset, The Legacy of a Scientist, Beacon Press, Boston 1982, p.184) che Gregory Bateson, in un momento assai triste della sua vita, stava rileggendo The Waste Land. E alla Terra Desolata (A Game of Chess) si ispira anche Giuliano Cannata per il titolo del suo libro sulla denatalità Si spegne Signori si chiude: HURRY UP PLEASE IT'S TIME... La radio trasmette il notiziario, ahimè. Seconda strofa - Da una foto di Mirco Toniolo presa a Pieve di Soligo Andrea Zanzotto mi guarda acutamente. E' seduto su un cuscino posato su un muretto basso. Più in là una casa rustica, pochi alberi spogli, un paesaggio invernale con qualche indizio di primavera. Mi piace, questa foto, l'ho ritagliata non so più da quale giornale. Ogni tanto la guardo. Lo sapevo che non dovevo comprare Conglomerati (Mondadori, Milano 2009), che ci sarei sprofondata dentro con angoscia, ma il libro mi è saltato in braccio da Feltrinelli (càpita) e non ho avuto cuore di rimetterlo a posto sullo scaffale. Bestemmia, anzi, "si" bestemmia Zanzotto sotto i colpi della vecchiaia, quando lo assale la distrazione, "el mal del desmentegon", quando sbaglia a fare i numeri del telefono, e se ne va in cerca del posto "par far l'ultimo rebalton". La spalla mi fa ancora male e la pressione mi sta salendo (effetti collaterali...). Mi attira un titolo: Silenzio dei mercatini 2 (p.27). La radio (RadioRai3, naturalmente!) districa a fatica gli ultimi dati REALI sulla disoccupazione (siamo ancora agli inizi) dalle fangose beghe della sottopolitica. Cerco una foto per MeDea, ne trovo una che ho scattato a Roma, davanti alla Basilica di Santa Maria degli Angeli. E'un particolare della Porta della Resurrezione di Igor Mitoraj. Due teste emergono dal bronzo tormentato. Ce la faranno a liberarsi dalle bende che le imbavagliano, ce la faranno a risorgere? ![]() La Porta della Resurrezione Per una strana (?) associazione, la situazione politica attuale mi fa pensare alla "morta gora" infernale, dalla quale emerge a tratti l'iracondo, l'arrogante, il borioso Filippo Argenti. Dante non si trattiene, vorrebbe vederlo "attuffare" in quella broda. E questa volta Virgilio lo asseconda, non gli dice "guarda e passa" al contrario, ha parole durissime contro il prepotente: "Quei fu al mondo persona orgogliosa;
bontà non è che sua memoria fregi: così s'è l'ombra sua qui furiosa. Quanti si tengon or là su gran regi che qui staranno come porci in brago, di sé lasciando orribili dispregi!" (Inf. VIII, 46-51) Terza strofa - Ho bisogno di sollevare lo sguardo dal fango, di respirare aria pura. Penso allora alle donne e agli uomini delle Valli. Nell'estremo nord est lottano quotidianamente per difendere la loro piccola terra coraggiosa, la Benečija, che ha saputo mantenere un cuore antico e al tempo stesso ha saputo aprirsi all'Europa, ricucendo le ferite inferte dal "maledetto confine". Ascoltiamo il giovane Igor Cerno, che interviene appassionatamente al Dan Emigranta: Al Dan Emigranta era presente anche lo scrittore Boris Pahor (il suo più recente lavoro è Tre volte no - memorie di un uomo libero, Rizzoli, Milano 2009). Nella foto, lo vediamo in un'altra circostanza con Donatella Ruttar: entrambi hanno appena ricevuto un premio prestigioso. ![]() Donatella Ruttar con Boris Pahor Donatella da anni anima le Valli con la sua energia, la sua cultura, la sua lungimiranza che va oltre i confini. Anche il musicista Davide Clodig ha avuto un importante riconoscimento : il Distintivo d'argento della Repubblica di Slovenia. Suo padre, il poeta Aldo Clodig (Klodič) che chi legge MeDea già conosce, ha pubblicato un libro delizioso con le sue poesie, Duhuor an Luna (Il gufo e la luna, Circolo Ivan Trinko, Cividale del Friuli 2009), impreziosito dal tocco poetico di Lucia Gazzino nella traduzione in italiano delle poesie e dalle stupende foto di Mario Dario Simaz, che così bene conosce le fragili bellezze segrete del paesaggio beneciano. Ecco un particolare della copertina. ![]() Ma vorrei ricordare tanti altri uomini e donne che quotidianamente si battono per la loro cultura... Lo farò rivolgendomi a loro con le parole del mio compagno, Gianni Tomasetig, figlio delle Valli: Come si chiude una ballata? Forse con un sogno, eccolo. Come vorrei che tutto quello che Gianni ha detto delle sue Valli potesse essere detto un giorno anche di questo mio infelice e devastato paese... ![]() Il gufo con le lune disegno di Lucia Gazzino |
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paola musarra