Una poesia con una nota lunga
La coperta di pelliccia
di Paola Musarra
Roma, marzo 2012
Mio padre me l'aveva regalata più di trent'anni fa, forse cinquanta (oggi non la vorrei, son diventata animalista...). "E' pelliccia di lupo!" disse mio padre, e la cosa mi piacque.
L'animale selvatico sul letto ululava tra i mobili borghesi quando di notte affondavo le labbra nella gola ferina.
Poi mi dissero che non era lupo "E' coniglietto!" Ci rimasi male. Per anni e anni l'ho dimenticata.
Ma quest'inverno l'ho tirata fuori nel grande freddo delle nevicate e ho affondato le labbra dolcemente nella tenera gola del coniglietto.
Nota al v.5: "disse mio padre" Non era uomo di grandi letture, ma Zanna bianca sì, l'aveva letto. Un tempo aveva avuto un cane lupo, perso in un lungo viaggio, fra due treni. E lui voleva - ...una coperta di lupo per me, un tappeto volante... La sua compagna anni dopo mi disse: "Ma quale lupo, che dici, è coniglio!" Insieme a lei, più esperta negli acquisti, l'aveva comperata. Ma lui voleva - ...una coperta di lupo per me, un tappeto volante...
Ha un bel colore bruno, la coperta, qua e là più chiaro, una spuma leggera, che sembra proprio...

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