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Il nuovo libro di Lidia Gargiulo

Come parlare di Dante

di
Paola Musarra


Roma, ottobre 2013

Il 26 settembre 2013, alla Biblioteca Casanatense, è stato presentato il più recente libro di Lidia Gargiulo: Itinerari dell'esilio - I grandi temi della Divina Commedia.

Sono intervenuti, con l'Autrice, il prof. Paolo Carlucci e il prof. Marcello Carlini.

La copertina


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Qualcuno/a si spaventa: "Oddío; un libro su Dante di 239 pagine... Ce la farò a leggerlo, a capirlo?".

Permettetemi di rassicurarvi. Alla mia età ormai, conclusa la mia carriera di insegnante e non avendo altre aspirazioni carrieristiche di alcun genere, io leggo solo "per diletto". Sì, come quei due, con la differenza che "vi leggo avante" per raccontarvi qualcosa del libro galeotto...

Per cominciare, una domanda: "Secondo voi, si può scrivere con alta e raffinata competenza di Dante, della sua storia personale, della Divina Commedia e del contesto in cui è nata senza ammorbare lettori e lettrici avvolgendoli in un pesante e paludato stile accademico?

Si può. Lidia lo ha fatto, con un lungo e paziente lavoro per raggiungere la qualità e la perspicuità di uno stile umanissimo, a volte sottilmente ironico, senza mai cedere ad un registro troppo colloquiale.

Vediamo adesso come è fatto questo libro e perché fa venir voglia di leggerlo. Dunque, se una mamma sbatte nel piatto del suo bambino una grossa porzione di cibo, il piccolo si spaventa e si blocca. Se invece gli propone un colorato mosaico di pezzettini di buon cibo (equilibrando sapientemente carboidrati, proteine e vitamine), siate pur certi che il marmocchio allungherà una manina e comincerà a mangiare. Da solo.

Il libro di Lidia è solido e corposo, senza alcun dubbio, ma è suddiviso in capitoli, sottocapitoli, paragrafi, titoletti, elenchi e sorpresine che vi permettono di assaporarlo (stavo per dire di sorseggiarlo) con tutta calma.

Nelle prime pagine due biografie di Dante si fronteggiano: a sinistra i fatti riportati nei documenti, a destra la "parola di Dante". Pieni e vuoti si alternano asimmetricamente, tra divergenze e corrispondenze che ci interpellano, ci stuzzicano, ci costringono a riflettere. "La questione, dice Lidia, "non è di credere o di non credere a ciò che l'autore della Commedia scrive di sé, ma di individuare le discrepanze tra l'avventura immaginata e la realtà documentata: a volte proprio in queste discrepanze si trovano le ragioni più profonde di un'opera d'arte." (p.14)

In tal modo Dante, sul filo dell'invenzione poetica, costruisce il proprio autoritratto, per i lettori del suo tempo e per i futuri lettori, disegnando il proprio cammino di uomo e di artista, un cammino sempre più arduo e complesso: "ogni lettore è provocato, chiamato a scegliere se desistere o continuare." (p.22)

Basterebbe questo esempio per farvi capire quale prezioso strumento può diventare questo libro nelle mani di un insegnante che non si lasci spaventare dalla complessità e nelle mani di alunni appassionati di mind game...

E noi, viaggiatori e viaggiatrici di questa avventura, procediamo nel nostro lavoro investigativo seguendo Lidia-Beatrice che ci guida e ci aiuta a capire.

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Confesso che mi è piaciuto molto farmi raccontare da Lidia come sono fatti l'Inferno, il Purgatorio e il Paradiso, con i gironi, la Montagna, le sfere... A proposito, lo sapevate che il purgatorio, inteso come luogo di penitenza, fu "inventato" tra il 1150 e il 1250 per offrire, ci dice Jacques Le Goff, una visione più malleabile della giustizia divina? Insomma, il poter contare su un luogo dove i peccatori pentiti potessero espiare per un periodo dato le loro colpe fu "il compromesso della Chiesa coi potenti finanziatori di cui ha sempre avuto bisogno." (p.35)

E poi... Beh, non posso mica raccontarvi tutto il libro! Però ancora un paio di segnalazioni ve le voglio fare. Seguendo il filo di Lidia-Arianna, andate a rileggere (Inferno, XXI,XXII,XXIII) l'incontro di Dante e Virgilio con i barattieri e con i terribili diavoli neri, io l'ho fatto l'altra notte sfogliando con trepidazione il libro di mio nonno dalle pagine sottili...

Le opere di Dante

Poi, per riprendermi, ho riletto gli ultimi canti del Paradiso e tutte le parole di luce - lume, favilla, raggio, fulgore, splendore, sole, fiamma - mi hanno talmente abbagliato che ho dovuto chiudere il libro e spegnere l'abat-jour. Nel buio pensavo alla rosa dei beati e alla loro immutabile, perfetta felicità.

L'amore assoluto del Paradiso prende le forme di una tirannia "illuminata", ci dice Lidia, che non prevede libertà di scelta ma si cristallizza in un ideale progetto di perfezione.
Espansione o riduzione?

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Mi torna in mente un episodio della mia giovinezza (avevo quindici o sedici anni). Dopo l'ora di religione feci cenno alla suora che volevo parlarle. Si accostò con sollecitudine. Io le chiesi: "Ma che cosa fanno i beati per tutta l'eternità?" Lei mi rispose subito: "Cantano le lodi del Signore!" E io: "Ma non sarà un po' noioso? L'eternità è lunga..." Mi guardò stupita: "Noooo, che dici? I beati sono felici perché obbediscono alla volontà del Signore!"
"Ah."

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Lidia Gargiulo: Itinerari dell'esilio - I grandi temi della Divina Commedia, Edilet, Edilazio Letteraria, Roma 2013.
Email: info@edilet.it e info@edilazio.it

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mise en page: 
pmusarra

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