Roma, settembre 2009
L'incertezza sembra pervadere la nostra vita, in tutti i suoi aspetti.
Viviamo all'interno di scenari complessi, oscillanti fra tragedia e speranza.
Le diverse componenti della società ci appaiono sempre più difficili da interpretare nelle loro manifestazioni contraddittorie. Gli assoluti si sfaldano, i punti di riferimento si confondono.
Il corpo della terra e il nostro stesso corpo ci lanciano continuamente messaggi confusi, inquietanti. Viviamo giorni assai pesanti da sopportare.
foto: Amelia Caselli
Al centro di tutto questo smarrimento si fa strada penosamente la constatazione della assoluta "contingenza" (direbbe Richard Rorty) della nostra esistenza.
Ci siamo, ma potremmo anche non esserci, o potremmo essere diversi, e comunque siamo destinati a non esserci più.
Come reagire a questa "rivelazione"?
C'è chi decide di farla finita subito, c'è chi si affida a un Dio nel quale crede per fede o per scommessa (vi conviene sempre scommettere che Dio esiste, suggerisce Pascal: "se vincete, vincete tutto, se perdete, non perdete nulla...").
C'è chi rifiuta la metafisica e con Voltaire decide di non farsi distogliere dalla ricerca della felicità su questa terra - che non è poi tanto male - e di amarne teneramente le creature...
C'è poi chi tenta di esorcizzare la morte con la poesia. Per Wislawa Szymborska la morte comunque "a nessuno può sottrarre il tempo raggiunto". Ma Baudelaire l'invoca per sottrarsi alla noia esistenziale e cercare il "nuovo" in fondo all'abisso, Cielo o Inferno che sia: "O Mort, vieux capitaine, il est temps! levons l'ancre!".
E perché non prendere in considerazione, nell'incertezza, l'ironico Bestiario di Apollinaire? "Incertitude, ô mes délices, / Vous et moi nous nous en allons / Comme s'en vont les écrevisses / A reculons, à reculons", che traduco per voi: "Incertezza, o mia delizia, / ce ne andiamo tu ed io / come i gamberi a ritroso / a ritroso...".
da Haeckel, immagine elaborata
Per quanto mi riguarda, pur non disdegnando di accettare di tanto in tanto o almeno di accarezzare con il pensiero alcune delle strategie (non le chiamerei soluzioni) precedentemente espresse, nei peggiori momenti di désarroi preferisco correre ai ripari andando a leggere o ad ascoltare ciò che si va elaborando nel grande corpo teorico sparso delle discipline scientifiche contemporanee (scienze umane o disumane, dure o mollicce che siano), per vedere se trovo spunti per ri-raccontarmi.
Saluto perciò con grande piacere la pubblicazione in Rete (gratuita e scaricabile!) del primo numero di Riflessioni Sistemiche dedicato all'incertezza.
Io mi sto cimentando con una interessante intervista di Giulia Frezza a Giuseppe Longo (attenzione, non è il "nostro" Pino O. Longo, è un altro scienziato) dal titolo: "Incompletezza indeterminazione aleatorio. La forza del 'no' nel pensiero scientifico moderno".
Ma forse voi preferireste tuffarvi nel Metalogo di Sergio Boria: "L'incertezza e il tempio galleggiante" o approfondire con Giorgio Narducci alcuni aspetti di carattere biologico-evolutivo....
Per scoprire la complessità e la ricchezza del pensiero sistemico collegatevi al sito della Associazione Italiana di Epistemologia e Metodologia Sistemiche (AIEMS) dove troverete l'indice del primo numero della rivista. Buona lettura!
