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A proposito di salute mentale

Una parete sottile

di
Paola Musarra



Roma, febbraio 2010
1. Mi preparo

Sabato 13 marzo 2010, dalle ore 9 alle ore 18, presso l'Auditorium Unicef (Via Palestro 68, Roma) si svolgerà il I Convegno Nazionale dell'AIEMS, Associazione Italiana di Epistemologia e Metodologia Sistemiche, dal titolo: "Verso una visione sistemica dell'incertezza". Il tema del primo numero della rivista era infatti dedicato al tema dell'incertezza (ve ne ho parlato su MeDea nel mese di settembre 2009). Potete scaricare il programma del Convegno, informarvi e iscrivervi, se lo desiderate.

Per assistere al Convegno in maniera più consapevole (ri)leggo le comunicazioni del primo numero della rivista (tutte scaricabili gratuitamente in Rete), soffermandomi sugli argomenti che più mi interessano: rapporti di potere nella relazione medico-paziente, incertezze diagnostiche, medicina narrativa...: Aragona et alii, Bert, Cipolletta, Casadio...
Ecco, mi colpisce la comunicazione di Luca Casadio "(In)certezze croniche: la dipendenza tossica del tossicodipendente", per il linguaggio chiaro e il coinvolgimento in prima persona: "L’obiettivo di questo scritto è quello di riflettere sulle (in)certezze della (mia stessa) prassi psicologico-clinica e psicoterapeutica (e della mia esperienza di Psicologo Dirigente) presso un Servizio pubblico per la diagnosi e la cura delle 'dipendenze patologiche'."

Per evitare di annodarsi in situazioni doppiovincolanti (si veda a questo proposito la mia comunicazione sul "doppio vincolo" al Circolo Bateson) bisogna, dice Casadio, "iniziare un percorso in cui mettere in questione la propria cultura di base, le proprie scelte e le proprie azioni, continuando però sempre a riflettere sul prodotto che noi stessi offriamo e quello che promuovono le diverse istituzioni in cui ci muoviamo. Le incertezze e i dubbi rappresentano gli ingredienti di base di questo percorso".

2. "Nero su bianco" per Luca

"Nero su bianco" è il nome di una piccola ma vivace libreria romana. Sta in Piazza San Cosimato, nel cuore di Trastevere. Qui Luca Casadio ha scelto di presentare agli amici il 5 febbraio il suo libro: Un assurdo studio sull'amore, Giulio Perrone editore, Roma 2009.

Luca Casadio, Un assurdo studio sull'amore, Giulio Perrone editore, Roma 2009

La foto in copertina è sua: La bambina del deserto. Il libro raccoglie racconti brevi, brevissimi e lunghi, riflessioni e poesie. Ma dentro troviamo molte tracce della sua esperienza di psicologo e arteterapeuta. Perché, evidentemente, si tratta di amore. Esemplare il racconto breve "Primo amore", asciutto e senza sbavature, sul suo servizio civile in un casermone per "handicappati" (in realtà c'era di tutto...). Mi è particolarmente piaciuto "Perfettibile", dedicato ad Antonino Ferro, in cui la morte di un lattaio si intreccia con ripetuti, infruttuosi tentativi di scrivere la scaletta per un articolo su scienza e psicoanalisi... Geniale.
In molti racconti l'uso della prima persona singolare produce singolari sensazioni: di chi è la storia narrata? Vi lascio al piacere di (non) rispondere a questa domanda.

3. Tre insolite serate

Sul volto di Fabrizio Gifuni il sorriso nasce e muore, e io penso agli effetti di luce e d'ombra sull'acqua nel giardino delle rose descritto da Eliot nel primo dei suoi Quattro quartetti (Burnt Norton): la televisione ci sorprende (Raiuno!) con lo stupendo sceneggiato C'era una volta la città dei matti di Marco Turco, andato in onda domenica 7 e lunedì 8 febbraio. Ci guardiamo increduli, il mio compagno ed io: la luce bianca di Gorizia, Trieste cerulea, l'accurata ricostruzione storica del pensiero di Basaglia (lui avrebbe voluto aspettare che fossero pronte le strutture di accoglienza prima di varare la legge...), la tenerezza e soprattutto il rispetto per i ricoverati... Ma allora se vogliono le cose le sanno fare!

Un paio di sere dopo mi addormento davanti al televisore, è cosa normale quando sono sola al telecomando. Ma evidentemente, come i gatti che puntano le vibrisse e roteano la rosea conca delle orecchie orientandola come un radar anche quando dormono, qualcosa dentro di me vigila e mi prende a gomitate per svegliarmi: stanno trasmettendo (Raitre, questa volta, e a notte alta) il documentario, anzi IL documentario su Basaglia di Sergio Zavoli, con le assemblee, le interviste... Tutto. Basaglia intervistato cammina avanti e indietro nel suo studio e mette l'accento su un punto cruciale: il diverso trattamento tra malati ricchi e poveri...

Le interviste a chi ha vissuto sulla propria pelle il passaggio dal manicomio ad una struttura aperta ancora una volta mi fanno misurare quanto sia sottile la parete che divide la malattia mentale dalla presunta "salute".
"Ognuno di noi, dice Luca Casadio (libro citato, p.18), "dovrebbe fare un viaggio dentro qualcun altro, magari dentro molti altri."

4. La scala di pietre nere

Vi abbiamo già parlato di Pasquale Musarra, del suo lavoro di psicoterapeuta presso una comunità per la riabilitazione psichiatrica di Zafferana Etnea, in provincia di Catania.

Vi ho anche segnalato il suo libro, scritto nell 2006, Poi ne parliamo - No parliamone... Ora!, un libro che si legge al contrario, partendo dall'ultima pagina ("è così che si rincorrono i ricordi", avverte Pasquale), scritto per dare voce alle donne e agli uomini ospiti della comunità, che chiedono di non essere dimenticati.

Oggi voglio proporvi le "Conclusioni" del libro di Pasquale su Zafferana, una breve serie di raccomandazioni rivolte a chi legge, a chi si sente al sicuro perché la follía appartiene agli altri, ai tarati, ai "macchiati"...

Per cortesia, chiede Pasquale, quando parlerete del libro, quando parlerete di loro, non dite:
"il folle in fondo è geniale... l'estro creativo per esprimersi necessita di un po' di follía... poverini i malati di mente in fondo in fondo non sono poi così cattivi... quando sono tranquillini e calmi riescono come le persone normali a leggere, a scrivere e magari a fare dei bei disegnini..."

dalla copertina del libro su Zafferana di Pasquale Musarra

Basta con questo brutto gioco del dire e del non dire: la follía è follía.
Ascoltiamo dunque la voce dei folli:

    "Noi siamo
  • quelli che voi avete paura di essere
  • quelli che vogliono ciò che voi temete di desiderare
  • quelli di cui non volete capire né gesti né parole
  • quelli che voi in fondo amate di più
  • quelli che riempiono di significati i vostri pensieri..."
E sono canti e storie, "per farvi compagnia la notte, quando i vostri sogni non hanno nulla da sognare."

Nel suo prossimo libro ancora inedito, bello e terribile, Pasquale ci invita a salire con lui una inquietante scala di pietre nere, per incontrare...
Ma questa è un'altra storia.



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mise en page: 
pmusarra

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