1. Le parole hanno detto
"Nel mese di dicembre 2006, cogliendo l'occasione che mi veniva offerta dal Seminario sull'epistemologia di Gregory Bateson (per saperne di più potete consultare il sito del Circolo Bateson), vi avevo proposto di "giocare", associando fra loro un centinaio di parole (per la maggior parte astratte), situandole poi a piacere in una cinquantina di luoghi molto concreti, ricordate?
"Avevo anche messo in guardia i futuri giocatori : attenzione! le parole sono molto pericolose, hanno una loro forza incoercibile...
"Indipendentemente dalla nostra volontà, infatti, le parole si attraggono e/o si respingono, ci fanno dire e non dire, creando strane connessioni, deviazioni non previste e canali sotterranei.
"Due giocatori e sei giocatrici di varia formazione culturale si sono impegnati/e in questa difficile prova. Chi ha accettato coraggiosamente di giocare ha capito infatti che attraverso tracciati e (sotto)tracciati di parole e luoghi, si trattava in sostanza di disegnare un autoritratto.
"Dopo un lungo lavoro di "processamento", sono state prodotte delle "forme" (parole, grafici, disegni). Sono forme, ovviamente, provvisorie, pronte per essere ri-processate (in tutti i sensi del termine).
2. Il primo gruppo di lavori
"Ho riunito tre lavori sotto il titolo "Variatio delectat". Si tratta infatti di tre approcci completamente diversi tra loro, che ben sintetizzano la disparità dei percorsi e degli stili di ragionamento.
"Nel tentativo di dominare la molteplicità delle connessioni c'è chi ha rispettato scrupolosamente il regolamento e chi in parte lo ha ignorato.
- Il primo lavoro è strettamente linguistico, parte dalle parole e resta nelle parole.
- Il secondo lavoro parte dalle immagini, le parole arrivano in un secondo momento.
- Il terzo lavoro è stato prodotto in forma dialogata, per acquistare senso deve essere 'messo in scena' (e così è avvenuto al Seminario, con la collaborazione del Circo Bateson).
"Buona lettura!