Badia Prataglia, agosto 2012
Quest'anno la vacanza-studio batesoniana nel cuore del Casentino prevedeva lettura e approfondimenti del testo Mind and nature. A Necessary Unit (Dutton, New York 1969. Trad. ital. Mente e Natura. Un'unità necessaria, Adelphi, Milano 1984).


... leggere insieme...
Per dare un po' di carne-sangue-azione alla persona di Gregory Bateson, ho pensato di ispirarmi alla sua biografia scritta da David Lipset: Gregory Bateson. The Legacy of a Scientist (Beacon Press, Boston 1980, da ora in poi: DL).
Inoltre, volendo un po' giocare con "esperti" (invitati solennemente alla vacanza-studio), meno esperti (presenti con passione ed interesse) e assolutamente non esperti (io), ho pensato di... dare i numeri, cioè di assegnare un numero particolare ad alcune (solo alcune, ovviamente) tappe significative della vita di Bateson. Ne verrà fuori una serie di Fibonacci? No, piuttosto una serie imprevedibile, come piacerebbe a Bateson.
Siete pronti?


...mah...
Il primo numero però spetta di diritto a David Lipset, ed è...
a) VENTI
Venti. Vent'anni aveva nel 1971 David Lipset, quando ebbe l'opportunità di trascorrere alcuni mesi in Asia studiando sotto la guida di Bateson. Di lui sapeva poco o niente. O meglio: sapeva quel poco che ancora oggi molti dicono di sapere, e cioè che aveva ideato la teoria del doppio vincolo e che era stato il marito dell'antropologa Margaret Mead.
David non sapeva niente di Naven, l'importante opera etnografica di Bateson scritta nel 1936, non sospettava che Gregory fosse apprezzato da personalità come Claude Lévy-Strauss, Erving Goffman, Ronald D. Laing, Konrad Lorenz... "I did not even know Bateson was English" (DL, Preface VII).
Quando incontra Bateson, Lipset ha la sensazione di essere giunto a un punto morto nei suoi studi e sente con irritazione di essere "inadeguato": "I felt angry and inadequate" (ibidem).
Ascoltando Gregory parlare con "intrepido candore" ("dauntless candor") della propria vita e della scienza, ne è affascinato: la scienza non è la natura, l'astrazione non è il fenomeno e le domande... le domande servono soltanto a porre altre domande.
Evidentemente le domande di David piacciono al sessantasettenne Bateson, che apprezza anche il progetto del giovane: mettere in relazione la forma del pensiero batesoniano con il suo background familiare.
Negli anni che seguono Lipset porta avanti i suoi studi per diventare antropologo e il suo progetto, che ormai ha assunto la forma di una biografia molto particolare: non solo infatti Bateson gli ha messo a disposizione una quantità notevole di documenti personali, ma si è anche dichiarato disposto ad essere intervistato sui momenti più significativi della sua vita.
Non è tutto: l'instancabile David perfeziona la sua ricerca raccogliendo le testimonianze di parenti, amici, vicini di casa e colleghi di Bateson, recandosi anche in Inghilterra, e soprattutto esplorando le implicazioni e le complicazioni teoriche dei vari settori del sapere attraversati dall'incessante ricerca di Gregory.
Un quadro complesso, dunque, dal quale emerge l'immagine di un uomo che non scende mai a compromessi: "This is the biography of a doubly anachronistic man, who was both ahead of and behind his times" (DL, Preface XIII).
Ma è tempo di assegnare a Bateson il suo primo numero.
b) MILLECINQUECENTO
Millecinquecento...cosa? "Prima di cominciare a capirci qualcosa, devo averne almeno 1500", dice Bateson (DL 104).
Ma di che si tratta?
Ebbene, si tratta di... lumache - o chiocciole, se preferite, insomma: snails.
Lumache sporche e fangose che Gregory raccoglie nei freddi stagni del distretto di Cambridge e colleziona, profanando con scatole ricolme di questi viscidi esemplari il suo elegante appartamento al St.John's College, dove è tradizione che i Bateson risiedano durante i loro studi all'università.
Siamo nel 1923: I due fratelli maggiori di Gregory sono morti tragicamente. il primo (John) in guerra nel 1918, il secondo (Martin) suicida nel 1922. Il vero naturalista è John, destinato a seguire con entusiasmo le orme del padre William, il rigido scienziato che, dopo la morte del primogenito, concentra le sue aspettative su Martin, che purtroppo non corrisponde ai suoi desideri, anzi ne è gravemente condizionato.
E adesso tocca a Gregory raccogliere questa pesante eredità. Lo fa con il suo stile, obliquo, ironico. Il suo primo lavoro, il suo primo progetto da naturalista zoologo è appunto una raccolta di lumache, da confrontare con gli esemplari raccolti trent'anni prima dal padre William nello stesso distretto di Cambridge, per sottolineare eventuali mutazioni.
In un primo momento Gregory sembra assoggettarsi di buon grado al rituale della raccolta di lumache nel fango e nel freddo, in compagnia di due amici (interessati ad altri animaletti) con i quali beve una inevitabile tazza di the vicino allo stagno. Ci siamo gelati, dirà, ma ci siamo anche divertiti: "rather chilly but good fun".
Purtroppo però tra le lumache paterne del 1890 e quelle del 1923 non c'è nessuna differenza apprezzabile. Dopo un paio di altri fallimenti (e incontri significativi) Gregory comprende che non vuole "vivere in un laboratorio" (cito dal film di Nora Bateson dedicato al padre) e comunica con le dovute cautele ai suoi genitori che non vede per sé un futuro da zoologo o da genetista. Unica alternativa per lui è l'antropologia, la sola capace di offrirgli quella "personal inspiration" (DL 115) di cui ha e avrà sempre bisogno.
Prima di chiudere questo capitolo, tuttavia, va detto che Gregory Bateson conservò per tutta la vita un atteggiamento da naturalista che (escludendo il laboratorio!) si traduceva in un interesse profondo per gli esseri viventi.
Nel suo bel libro With a Daughter's Eye. A Memoir of Margaret Mead and Gregory Bateson (William Morrow and Company Inc., New York 1984. Trad, it. Con occhi di figlia. Ritratto di Margaret Mead e Gregory Bateson, Feltrinelli, Milano 1985, da ora in poi MCB), Mary Catherine afferma: La sua tenerezzaa, sia verso i bambini sia verso gli animali, conteneva sempre un elemento della sollecitudine del naturalista, tollerante e colmo di ammirazione per la grazia vivente." (MCB 30). E più avanti: "... la qualità del suo affetto per un polipo o un pipistrello era simile all'obliqua tenerezza che nutriva nei miei riguardi o nei riguardi di mio fratello John e di mia sorella Nora." (MCB 57)
Quando Gregory sollevava una pietra per mostrare a un bambino il formicolare degli insetti, non mancava mai di rimetterla accuratamente al suo posto, per non disturbare troppo quel piccolo mondo.
E adesso...
c) SETTECENTOCINQUANTANOVE
Beh, avrei potuto dire 25.000 (per alcuni addirittura 50.000!), ma in tal caso avreste subito capito che mi riferivo all'eccezionale documentazione fotografica messa insieme da Gregory e dalla sua prima moglie (l'antropologa americana Margaret Mead) per illustrare il testo Balinese Character. A Photographic Analysis (New York Academy of Sciences, New York 1942), questo "monumento etnografico al loro matrimonio", secondo la definizione che ne dà Lipset (DL 287).
Settecentocinquantanove immagini (foto, riproduzioni di quadri e sculture balinesi) scelte e sistemate in cento tavole tematiche, a ciascuna delle quali viene assegnato un titolo, come Balance oppure Stimulation and Frustration (nel rapporto madre/bambino)...
Il lavoro a Bali durò dal marzo 1936 al febbraio 1938. Le foto e le riprese cinematografiche erano di Gregory, mentre Margaret osservava l'insieme, suggeriva particolari e soprattutto prendeva appunti per organizzare e sistemare in seguito tutto il materiale. Nel 1936 si erano sposati. Nel 1939 nacque Mary Catherine, che nel suo già citato Con occhi di figlia "mette insieme" i genitori - i suoi straordinari genitori - evocandone il corpo in un indimenticabile ritratto: lui altissimo, un po' goffo, dinoccolato, lei piccola, compatta, efficiente, accogliente... A quella descrizione vi rimando (MCB 16-17).
Qui preferisco citare, seguendo Lipset (DL 150), alcuni passi della lettera con la quale Gregory annuncia a sua madre, l'insopportabile (dico io) Beatrice, il matrimonio con un'Americana (!) divorziata (!), cercando in tutti i modi di farle accettare la cosa mettendo in primo piano l'opportunità e la convenienza di una collaborazione fra antropologi, importante per la sua carriera...
Ma quali sono i principali difetti di Margaret? Eccone uno: "Is she a lady? Yes, if you will ever allow that term to be applied to an American!" Eccolo, il principale difetto: è americana!
"English of course she is not, but she is an anthropologist..." La consueta ironia aiuta Gregory ad argomentare: Margaret è una brava antropologa, quindi sarà perfettamente in grado di imparare gli aspetti essenziali della cultura inglese... del resto ha anche insistito perché sia la stessa Beatrice a darle qualche lezione di comportamento tipicamente inglese!
E il suo viso? Beh, "[an] almost female-Darwin face" (DL 151), quasi un Darwin femmina...
Ma andiamo avanti nel tempo.
La forte tendenza, innata in Margaret, a organizzare la vita degli altri a lungo andare viene percepita da Gregory (amareggiato per la scarsa considerazione da parte degli ambienti accademici) come insopportabilmente manipolatrice. Il loro matrimonio finisce con un divorzio nel 1950.
I loro rapporti comunque continuano sul piano intellettuale. Tra l'altro, Margaret, che ha avuto successo e riconoscimenti, interviene più volte per aiutare Bateson ad ottenere finanziamenti per i suoi erratici progetti.
Del complesso rapporto che unisce e divide queste due eccezionali personalità Lipset ci offre un gustoso esempio. Nel marzo del 1976 Stewart Brand, grande ammiratore di Bateson, fondatore della pubblicazione trimestrale "CoEvolution Quarterly", combina un incontro con Margaret e Gregory per intervistarli e pubblicare poi sulla rivista la trascrizione registrata della conversazione (noi possiamo godercela sul sito di Vincent Kenny con il titolo "For God's sake, Margaret!").
Dopo aver evocato le Macy Conferences e l'amicizia per Konrad Lorenz, il discorso cade sull'uso della macchina da presa nei film etnografici: è meglio usare un cavalletto, come dice Margaret, e registrare lunghe sequenze che altri possono in seguito studiare e riutilizzare, oppure, come sostiene Gregory, la registrazione deve essere una "forma d'arte" (DL 286-287), in cui chi fa le riprese cerca di seguire gli eventi, spostandosi continuamente?
L'interesse della loro interazione (analizzata con finezza da Lipset), a parte l'oggetto del contendere, sta nel tentativo di Bateson di sottrarsi agli attacchi frontali di Margaret, in parte argomentando in parte chiudendosi nel silenzio.
Due anni dopo, nel 1978, Margaret muore. Ricordando le strategie comunicative messe in atto in quella occasione, Gregory afferma: "Se avessimo avuto più discussioni di quel tipo, forse avremmo continuato a stare insieme."
d) SETTE
Sette. Sette anni. Sette anni, dal 1951 al 1958, dura il secondo matrimonio di Bateson con Elisabeth (Betty) Sumner. Nascerà un figlio maschio che si chiamerà John, come il fratello maggiore di Gregory, morto in guerra a vent'anni.
Ma vediamo chi è Betty Sumner, anzi, Betty B, come la chiama Bateson - e come non pensare all'americanissima Betty Boop?
Dunque, nel 1949 lo psichiatra svizzero Jurgen Ruesch aveva invitato Bateson, che attraversava un periodo di profondo scoraggiamento (rileggeva Eliot, The Waste Land...), a collaborare come antropologo al suo lavoro sulla comunicazione in psicoterapia.
Una sua ex-paziente (Betty), allora sulla trentina fu chiamata a svolgere funzioni di segreteria. Ruesch in realtà sperava che "she would be able to manage Bateson" (DL 185) il quale, pur mostrando eccezionali capacità, era insofferente nei confronti dei rigidi orari dell'ospedale psichiatrico, arrivava tardi, non si atteneva al tema che aveva scelto per la sua conferenza, improvvisava...
Questo suo modo di fare imprevedibile e inafferrabile era accentuato dalla fase negativa che stava attraversando: sul piano personale, non faceva che accumulare risentimento nei confronti di Margaret (che non voleva ammetterlo); più in generale, bisogna tener conto del fatto che c'era stata la guerra (Hiroshima nel 1945!), che aveva confermato le sue più fosche previsioni sulla corsa agli armamenti.
Inoltre, le sue conoscenze erano state utilizzate per intercettare, manipolare e sconvolgere i messaggi scambiati dalle potenze militari: esattamente il contrario di quello per cui aveva sempre lavorato... "and it broke his heart", e questo gli spezzò il cuore, commenta la figlia Nora nel suo film.
Ma la domanda è: in che modo il matrimonio con una giovane segretaria avrebbe potuto "curarlo", se non "guarirlo"? Con quali aspettative reciproche (ahiahiahi) avevano deciso di sposarsi?
Non potendo chiederlo direttamente a loro dobbiamo affidarci a Mary Catherine e a David Lipset. E qui le cose si complicano.
Il quadro che emerge dalla descrizione fatta da Mary Catherine (MCB 51-55), che nel 1951 aveva poco più di undici anni, ci offre l'immagine colorata di una "perfetta" famiglia americana: padre-madre casaliga (Betty ha smesso di lavorare)-bambino-cane-casetta in periferia col prato verde (quante ne abbiamo viste nei film?)-nuova ricetta per il barbecue con i vicini, insomma, "una forma di addomesticamento, un'americanizzazione" (MCB 52) di Gregory, che Betty chiama "Greg". Insomma, secondo Mary Catherine, "Betty gli costruì attorno un modello di domesticità tutta Nuovo Mondo." (MCB 53)
Dopo qualche tempo però questa immagine oleografica si appanna: Betty ha una serie di aborti multipli, ci sono difficoltà economiche, momenti di conflitto familiare. A questo punto, sempre secondo Mary Catherine, "Gregory cominciò ad affermare il suo stile, caratterizzando notevolmente la vita della famiglia". Si trasferiscono in una nuova casa (una casa vera, non in cartongesso) e Bateson fa venire dall'Inghilterra libri, mobili, oggetti e dipinti (tra i quali uno di William Blake particolarmente inquietante) dalla casa dei suoi genitori, il tutto in stridente contrasto con il mobilio di Betty. Dopo alcuni anni burrascosi "si creò una confusione di acquari e macchine fotografiche", Betty se ne andò e i due divorziarono nel 1958.
Bene, vediamo invece che cosa ci racconta Lipset, il quale parla direttamente con Betty Sumner e cita la sua testimonianza del 22 dicembre 1978 (Bateson era ancora vivo...).
Sì, dice Betty, mi ero perdutamente innamorata di lui, ma il matrimonio non poteva continuare. Era troppo, per me, e io ero terribilmente depressa. Avevo perso tre coppie di gemelli e il medico mi aveva avvertito che il problema si sarebbe ripresentato... ma Gregory adorava i bambini e ne voleva ancora... E poi, lui era iperprotettivo: io non avevo mai avuto un rapporto che non fosse su basi paritarie, ma lui... lui era mamma e papà... Una meravigliosa mamma per i suoi bambini! Così io mi sentii sopraffatta... Ero così depressa... E gli dissi: "E' meglio divorziare!". Lo abbiamo fatto in modo amichevole... e io non ho nemmeno voluto gli alimenti!
Allora, secondo voi, chi dei due ha "usato" l'altra/o? Ma questa è una domanda che è meglio non fare.
e) DODICI
Dodici. Dodici vaschette in salotto. Con dentro polpi. Sì, polpi.
acquerello di Paola Rosati
Dopo la partenza di Betty la più bella stanza della casa, con due finestre, con i muri rivestiti di legno rosso, accolse dodici acquari di acqua salata: Gregory voleva studiare il sistema nervoso dei polpi, godendo al tempo stesso della bellezza e della grazia delle loro danze.
Dell'uso improprio del salotto (in realtà, doveva essere la stanza dei bambini) non gliene importava nulla. Gli oggetti, i mobili, i dipinti "abitavano" la casa insieme a lui, disordinatamente.
Mary Catherine aveva parlato di una confusione "di acquari e macchine fotografiche", il che forse serviva a Gregory per esorcizzare l'ingombrante e inquietante presenza dei mobili e degli arredi della casa paterna.
Su questo punto infatti la figlia si era sbagliata: non era stato Gregory a decidere di trasferire i ricordi inglesi nella sua casa americana. Dopo la morte di Beatrice, gli amici Alan e Nora Barlow, che ne erano responsabili, avevano suggerito il trasferimento di quei beni in California.
Quale fu la reazione di Gregory? Ambigua, naturalmente. In una nota personale scovata dall'intrepido Lipset, Bateson afferma di aver provato amore per alcuni di quegli oggetti e per quello che rappresentavano, ma al tempo stesso orrore e paura, ricordando quanto aveva dovuto resistere e lottare per non essere "modellato" in quello stampo che tutti quegli oggetti, pur bellissimi, evocavano...
Nel disordine della casa e dei suoi sentimenti, Gregory deve ora affrontare un problema pratico, quotidiano, non indifferente: bisogna cambiare l'acqua alle vaschette dei polpi. Acqua salata, naturalmente, da andare a prendere a mare.
Chi è in grado di farsi carico insieme a lui di questa corvée, con allegria e vitalità? Lois Cammack, che diventerà Lois Bateson nel 1961.
Lois è un'assistente sociale psichiatrica. Ha conosciuto Bateson a Palo Alto e lo ha osservato svolgere il suo lavoro nel campo della terapia familiare. Lo segue con entusiasmo e sensibilità nelle sue ricerche sui polpi (il corteggiamento sembra sia avvenuto attorno alle dodici vaschette...).
Non voglio dilungarmi su questa figura di donna delicata e forte, che segue Bateson nelle sue avventure intellettuali, dai polpi ai delfini, e lo accompagnerà fino alla morte, senza lasciarlo mai solo.
Nel film della figlia Nora, Lois fa una fugace apparizione insieme a Gregory, e dice di lui: "Una grande mente, certo, ma un cuore altrettanto grande... E allora, se mettete insieme queste due cose - è questo che rendeva così eccitante vivere con lui..."
f) UNO
Uno. Un sonetto di Samuel Butler, The Life After Death, molto caro a tutti Bateson, in particolare a Martin, il fratello di Gregory, morto suicida a 22 anni.
Gregory Bateson morì il 4 luglio del 1980. Tre giorni dopo ci fu la cremazione. Una parte delle ceneri fu sparsa in mare ma il vento della costa, racconta Lipset, con un capriccio molto batesoniano, le riportò indietro, negli occhi dei presenti.
Il 10 luglio ci fu un servizio funebre, attorno a un piccolo altare zen. Un giovane amico recitò il sonetto di Butler. Chi legge MeDea già lo conosce. Ve lo ripropongo con affetto nella mia libera traduzione.