Roma. Ogni anno, alla fine di dicembre, i componenti del Circolo Bateson si riuniscono per scambiarsi gli auguri. Ognuno/a sceglie un brano, una citazione, una riflessione "batesoniana".
Quest'anno io ho scelto una poesia di Samuel Butler (1835-1902), scrittore inglese estroso ed anticonformista.
Quando Bateson morì, i suoi amici lo celebrarono dopo la cremazione: un giovane lesse il sonetto di Butler intitolato "The Life After Death", assai caro a Martin, fratello di Gregory.
Il testo inglese è citato a pag.64 della biografia di David Lipset, Gregory Bateson - The Legacy of a Scientist (Beacon Press, Boston 1982).
Ve lo propongo in una mia libera traduzione.
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La vita dopo la morte
di Samuel Butler
Non sulla triste sponda dello Stige
né degli Elisi nella chiara luce
incontreremo in mezzo agli altri morti
quelli dei quali siamo stati alunni,
né quelle grandi ombre che ritenemmo ostili.
E non calpesteremo prati di asfodeli
e neppure ci guarderemo in faccia
per odiarci od amarci, essendo morti,
sperando approvazione, temendo disonore.
Non argomenteremo: "Era così", o "cosà",
l'oblío cancellerà il corso dei pensieri.
Chi ha torto? Chi ha ragione? Per noi sarà lo stesso,
non sapremo nemmeno che ci siamo incontrati.
Però ci incontreremo, poi ci separeremo,
e ancora e ancora ci rincontreremo
dove i morti si incontrano: sulle labbra dei vivi.
(tradotto dall'inglese da Paola Musarra)