Roma, giugno 2012
Il Circo Bat&son, fondato il 28 luglio 2005 da Laura Scarino, Gianni Tomasetig e da me, si propone di "mettere in scena" in modo del tutto amatoriale, cioè leggero, ironico e paradossale, concetti e ragionamenti complessi.
Questa volta vi offre un commento al Seminario Nazionale del Circolo Bateson "Approssimazioni - Riflessioni sull'alterità ed esperienze della diversità nel vivente". Troverete altre informazioni sul sito del Circolo.
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Personaggi e interpreti
Le Dialoganti .....................Paola Musarra e Laura Scarino
Il Professore .....................Gianni Tomasetig
(breve marcetta introduttiva improvvisata al pianoforte da Tommaso Castellani - entrano Paola e Laura, discutendo)
Paola - ... perché, vedi, noi siamo imprigionati in una situazione paradossale: ci mettiamo una vita per capire chi siamo (senza riuscirci, ovviamente), o almeno per raggiungere uno straccio di... diciamo una sia pur provvisoria identità, facendo continuamente scelte, dichiarazioni, affermazioni che secondo noi dovrebbero in un certo senso "definirci", o almeno tracciare i nostri contorni...
Laura - E allora?
Paola - E allora ogni "tratto definitorio" che aggiungiamo alla nostra persona finisce per escludere altri, altre persone, capisci, crea "differenze", diventa un fattore di allontanamento, altro che "approssimazioni"... E come facciamo, allora, ad andare "incontro all'altro" se tracciamo continuamente confini?
Laura - Bah, non sempre, non è detto! Ci possono essere anche "tratti definitori", come li chiami tu, che includono, che creano solidarietà...
Paola - Mhm, sono solidarietà parziali, molto parziali, magari momentanee, che comunque creano barriere di esclusione, isolando minoranze di minoranze di minoranze di minoranze... Anche perché gli altri, dal canto loro, non vedono l'ora di confinarti in una "casella definitoria", chiamiamola così...
Guarda, ti faccio un esempio, senti questa frase: "Mi piacciono gli uomini". E adesso pensala detta da una donna. E adesso pensala detta da un uomo. Beh, ci puoi scommettere che IN ENTRAMBI I CASI vedrai qualche bocca a culo di gallina, qualche sopracciglio che si solleva, mentre intorno a chi ha parlato si stringe una tenue, sottilissima linea di esclusione...
Laura - Ho capito quello che vuoi dire: è su questa base che si creano gli schieramenti contrapposti, che nascono i razzismi, le persecuzioni...
Paola - Io odio le definizioni, che sono sempre perentorie, all'indicativo presente "Tu sei..." e ti si appiccicano addosso facendoti diventare una specie di ritratto di Dorian Gray tirato giù dalla soffitta.
Pensa invece alla saggezza e all'ironia (che Voltaire avrebbe in seguito apprezzato) di Montaigne negli Essais: "Que sais-je?" era il suo motto, la sua devise. Il salutare dubbio è un inno alla libertà, un bel siluro contro le dottrine dogmatiche.
Laura - Certo, ironia vuol dire salto di livello, consapevolezza. E' difficile da capire, ancor più da praticare, me ne rendo conto, ma è una scorciatoia, un grimaldello, una specie di uscita di sicurezza dal principale, terribile strumento che abbiamo a nostra disposizione per esprimerci: la lingua!
Paola - E' vero: noi siamo "dentro" la lingua, e ci portiamo dietro inevitabilmente tutte le sue cristallizzazioni, le sue concrezioni. Ogni lingua "isola" oggetti, enti, eventi, astrazioni, crea descrizioni parziali basate su differenze, afferma Gregory Bateson (USU p.346), e così continua:"In qualunque modo la si esprima, la 'differenza' suggerisce sempre delimitazioni e confini."(ibidem)
Laura - Però... pensa alla scienza, Paola. Il pensiero scientifico vive di definizioni, non può fare a meno della lingua. E lo scienziato è "dentro" le cose, che osserva come se fossero altro da sé e che tenta di descrivere.
Paola - Allora non se ne esce!
Laura - Ma sì, invece: la consapevolezza ci potrebbe aiutare, la consapevolezza, ad esempio, del fatto che, pur avendo seguito rigorosi protocolli scientifici, i risultati raggiunti non sono verità rivelate, la consapevolezza che tutto è perfettibile, e soprattutto che siamo parte del mondo che ci circonda... Senti che cosa dice Bateson a proposito di questa lucidità (USU p.347): "...[se siamo consapevoli] la parola 'oggettivo' si dilegua in silenzio; allo stesso tempo anche la parola 'soggettivo' che di solito confina 'me' dentro la mia pelle, scompare (...). Il mondo non è più 'là fuori' come sembrava essere prima."
Paola - Bateson si chiede (domanda retorica...) "Esiste una linea o una specie di sacco così che si possa dire che 'dentro' la linea o l'interfaccia ci sono 'io' e 'fuori' c'è l'ambiente o qualche altra persona? Con quale diritto facciamo queste distinzioni? "(MEN p.177) E io chiedo: fuori, dentro, di lato, a zigzag... Ma insomma, dove ci dobbiamo mettere?
Laura - Forse dobbiamo prendere in considerazione quella zona intermedia in cui, prosegue Bateson (USU p.348), "in parte siamo portati dai venti della realtà e in parte siamo artisti che, sulla base degli eventi interni ed esterni, creano una composizione". L'importante è rendersi conto, o meglio, riscoprire quello che ogni essere umano (e forse anche ogni cane, dice Bateson) per istinto e inconsciamente sa: "che i dualismi di mente e corpo, di mente e materia, e di Dio e mondo, sono tutti in qualche modo falsi." (USU p.349)
Paola - Sai, a volte penso che fosse invidiabile la situazione iniziale del piccolo mollusco descritto da Calvino, attaccato a uno scoglio, un tubicino indifferenziato con due buchi, che faceva passare roba per dove gli veniva voglia, dentro e fuori, senza differenze e schifiltosità... E dato che non aveva forma, si sentiva dentro tutte le forme possibili!
Laura - Davvero una situazione ideale, dice Calvino ("La spirale" p.136) "quel modo indeterminato di sentirsi lì che non escludeva nessun modo di sentirsi lì in un altro modo..."
Paola - Grande! E con una vibrazione speciale dell'acqua arrivava anche l'amore!... Già. Ma poi cominciano i guai. E sai quando cominciano? Quando il mollusco decide di "mettere su casa".
Laura - Ah, vuoi dire quando comincia a secernere materiale calcareo per formare una conchiglia!
Paola - Proprio così. Senti come si esprime il mollusco (p.140): " Volevo fare qualcosa che marcasse la mia presenza in modo inequivocabile, che la difendesse, questa mia presenza individuale, dalla labilità indifferenziata di tutto il resto..." Come vedi, non se ne esce: differenze, confini, barriere, esclusioni... in una parola: solitudine!
Laura - Ma è proprio questa nostra drammatica solitudine (siamo soli e periferici tra milioni, miliardi di galassie), è proprio il nostro essere soli che, afferma Franco Cassano quando cita Leopardi (La ginestra), può creare fraternità, solidarietà... Tu vedi solo gli aspetti negativi, diciamo - se preferisci - paradossali della nostra condizione umana...
Paola - Lo so, lo so che adesso tu vuoi parlarmi di empatia, di immedesimazione, di Einfühlung... ma non è mica uno scherzo "mettersi nei panni dell'altro", dell'altro essere vivente, umano o animale, intendo, anche limitato nei sensi... e tra poco anche le piante, lo so, lo sento... ci toccherà metterci in sintonia con le... come si chiamano? "reti fungine", che magari ci avvertono se c'è un incendio nel bosco, ma poi che fanno? Ci digeriscono?! E poi, insomma, questo "passaggio all'altro-Altro", questo superamento delle barriere, siamo sicuri che ci conviene? Altro che "antropofughismo", guarda che c'è chi dice che un po' di sano antropocentrismo, vabbè, egocentrismo, tutto sommato...
Laura - Ma no, dài!... Tu conosci il saggio di Thomas Nagel, "Che cosa si prova ad essere un pipistrello", “What is it Like to Be a Bat”?
Paola - Certo, l'ho letto! E la conclusione è che quello che si prova ad essere un pipistrello lo sa solo il pipistrello... e manco lui! Perché, tu sai esattamente che cosa si prova ad essere Laura? O io Paola?
Laura - Beh, lasciamo perdere... Piuttosto, a proposito di pipistrelli, sai che sta per concludersi l'anno del pipistrello, adesso a giugno? E noi abbiamo qui un grande esperto di chirotteri...
(con enfasi) E' con noi l'esimio professor Jan von Tomasetig, Rettore magnifico dell'Università di Valpurga, autore dell'importante saggio sulla... sulla "perturbata soglia virtuale tra l'ego e l'alter vespertilianus"... (Ah, già: vespertilio vuol dire "pipistrello" in latino)... Prego, Professore, si accomodi!
Il Professore - (si alza pomposo e si inchina)
Laura - (imbarazzata) Ehm, mi scusi Professore... immerso nei suoi studi, Lei ha messo distrattamente due cravatte...
Il Professore - (sussiegoso) No, mia cara, non è distrazione, è la precisa volontà di dimostrare simbolicamente la perfetta imparzialità dello scienziato... Ti regalano due cravatte? Tu non scegli. Eccole qua tutt'e due, ah ah! La Scienza è al di sopra delle parti, perciò il mio giudizio è sempre infallibile! (si guarda intorno e si aggiusta le cravatte) C'è la televisione? Come sto? Ehem:.. Adesso vi leggerò integralmente (Paola e Laura si guardano costernate) il mio saggio dal titolo "Conclusioni definitive e inappellabili sulla ricostruzione della perturbata soglia virtuale tra l'ego e l'alter vespertilianus, danneggiata da maldestre ricerche di pervietà".
Potrete leggere comodamente a casa questo ed altri miei saggi acquistando l'Enciclopedia Valpurgis semper in diciotto volumi... Forse l'avete qui in vendita... No?! (deluso, attacca l'introduzione) Il mio saggio si basa sui privilegi di un osservatore razionale ideale, quale io modestamente sono. (si inchina, si schiarisce la voce) Ehem... Nell'economia di una costituzione trascendentale in cui la concordanza dei sistemi cinestetici è un postulato della loro normalità, si evince husserlianamente (Paola e Laura si fanno smorfie disperate, lui prosegue imperterrito) che la relativa accessibilità ad una potenzialità presupposta intrinseca non può non -
Paola - (interviene con decisione) Mi scusi se la interrompo, Professore, ma sa, siamo un po' strettini con i tempi...
Laura - (briosa) Piuttosto, Professore, Lei ha fondato se non sbaglio una scuola estiva...
Il Professore - (altezzoso) Certamente, facciamo dei corsi estivi alla nostra SCHIFèS, Scuola di CHIrotteroterapia Farmacologica Economicamente Sostenuta, SCHIFèS!
Laura - "Sostenuta"... vuol dire "Economicamente Sostenibile"!
Prof - No, "Sostenuta", nel senso che IO mi sostengo con i proventi della scuola...
Laura - Ah... Anche noi facciamo dei corsi estivi, sa? ... Ma sono gratuiti!
Paola - (intromettendosi) Certo! E in più c'è l'Indulgenza Plenaria per i flagellanti... voglio dire per i Batesoniani praticanti!
Laura - (al Prof) E ... che tipo di studi fate sui chirotteri?
Il Professore - Dunque, per la parte ludica della nostra vacanza, organizziamo una magnifica Caccia al Tesoro! Seguendo l'esempio del vostro grande Lazzaro Spallanzani chiediamo: "dov'è il radar del pipistrello?". E i partecipanti si divertono a escludere man mano i vari sensi dei chirotteri: li accecano, mettono delle pallottole di vischio nelle loro orbite, della cera fusa nelle orecchie e nelle narici... tagliano loro la lingua... Insomma, una vera kermesse, ah ah! Così si forma un vero scienziato! (mentre Paola e Laura inorridiscono, tira fuori un pipistrello da un sacchetto) E opplà! Ho portato Vespertilio...
Fermo! Adesso faremo una piccola esercitazione... Dunque, mi serve un tavolo per la vivisezione...
Paola e Laura - (si rimboccano le maniche con aria minacciosa) Serve anche a noi! Vediamo un po', dov'è il radar del Professor von Tomasetig???
(fuga del Professore inseguito da Paola e Laura, musichetta finale)
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Opere citate:
- Gregory Bateson, Mind and Nature, 1979 (MEN)
(trad. ital. Mente e natura, Adelphi, Milano 2004, 12a ediz.)
- Gregory Bateson (a cura di R. E. Donaldson), A Sacred Unity, 1991
(trad. ital. Una sacra unità, Adelphi, Milano 1997) (USU)
- Italo Calvino; “La spirale” in Tutte le Cosmicomiche, A. Mondadori, Milano 2011
- Thomas Nagel, “What is it Like to Be a Bat”, The Philosophical Review, oct. 1974
Sul Web:
- Spallanzani e i pipistrelli
- Storie di pipistrelli su MeDea