Editoriale con panna
di Paola Musarra
Le poesie di Lucia Gazzino accompagnano da qualche tempo i nostri aggiornamenti sulla pagina principale di MeDea: i tiranni di fumo, le uova rotte nel nido, la cenere e il pianto...
Ma questa volta Lucia ci suggerisce un piccolo piacere rubato, nel momento in cui, acquisita la piena consapevolezza del nostro perpetuo oscillare tra presente e passato, dobbiamo rassegnarci a crescere:
e o robarai ancjemò une freule
Rubiamo ancora una fragola, dunque, più golosa nei suadenti suoni friulani, e tuffiamola nella panna-nuvola che la sensibilità di Loretta Cappanera rievoca per noi dall'osservatorio privilegiato di un viaggio in aereo.
Lo sguardo dell'artista sa cogliere sottili sfumature di colore, merletti leggeri che tramano lo spazio come una rete sottile di protezione, confortandoci e quasi sorreggendoci con la bellezza, quando la freccia del tempo inesorabile ci colpisce.

Il merletto delicato e tenace che ho scelto come sfondo per questo editoriale me lo ha regalato Živa Gruden, che dalla "terra di donne" da me tanto amata (l'estremo lembo nord-est dell'Italia, le Valli del Natisone) profonde un costante impegno culturale per la valorizzazione della sua terra, della sua lingua.
L'ho scelto come simbolo del lavoro delle donne e degli uomini che si incontrano su MeDea per raccontar-si.
Tenacia e delicatezza non vanno tanto spesso insieme, festeggiamole dunque se ispirano la crescita intellettuale di una studentessa, Patrizia Lessi. Con un percorso assai ben argomentato (che sollievo scoprire che ancora c'è qualcuno che sa argomentare!) Patrizia ci racconta in che modo ha pazientemente riannodato i fili per disegnare il suo essere donna pensante all'interno di un mondo accademico assai poco stimolante.
La stessa delicatezza e la stessa tenacia le ritroviamo nella trama sorprendente che da qualche tempo si va tessendo attorno alla straordinaria figura di Marco Predan, il minatore artista, grazie a Michela, e adesso anche grazie a Marino Fermi, anche lui impigliatosi nelle misteriose reti di MeDea.
E che dire di Paola Rosati, che ostinatamente insegue e raggiunge la leggerezza degli haiku, piegando al suo volere carta, forbicine, colori, perline e altre concrete materialità, depurandole fino a suggerire il guizzo di una trota o il tonfo di una rana nello stagno...
Una profonda e lucida consapevolezza dello spazio e del tempo che ci avvolgono, accompagnata da tenacia e impegno e sostenuta da mezzi tecnici adeguati, acquisiti con perseveranza: "il faut tout sacrifier au savoir", ci ha detto Marc Augé nella sua conferenza. E' dunque questa la chiave?
Ma non dimentichiamo il tempo dell'otium.
Dagli "eventi" ammiccano incontri d'artista, feste maremmane e suggerimenti per le letture: il simbionte si intenerisce tra le profumate braccia di Tiziana, sotto lo sguardo dolcissimo di Alcibiade...

Mentre vi scrivo si svolge ad Asti un incontro davvero bizzarro per nomadi e stanziali, un "viaggio nei viaggi" per quelli che vogliono "trovare negli occhi degli altri la geografia del proprio viaggio".
Saranno presenti anche Donatella Ruttar e Moreno Miorelli, gli amici della Postaja Topolove ai confini con la Slovenia, che hanno intrecciato un paese virtuale ad un piccolo paese reale, Topolò. Ogni anno artisti internazionali visitano una stazione e un aereoporto senza locomotive né aerei...
Vorrei essere anch'io con loro ad Asti per aggirarmi fra la Corte di Ratzmatatz e la Corte sconta detta Arcana, ma il solido merletto di MeDea mi trattiene ancora un po' in questo campo base romano. A presto dunque, e buona estate!

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