Roma, novembre 2014
Care lettrici di Medea, vi invito a fare insieme a me un viaggio emozionante nel libro scritto da Paola Leonardi con Serena Dinelli (che lo ha anche illustrato - con lo pseudonimo di Dominko© - e arricchito di inconsuete ricette): Sapori e saperi delle donne, iacobellieditore©, Roma 2014).
Perché emozionante?
Tanto per cominciare per il sottotitolo: "Per cambiare noi stesse e il mondo", attenzione! in quest'ordine: 1. noi stesse 2. il mondo, come potete leggere sulla copertina del volume (la grafica e l'illustrazione che troverete alla fine di questa recensione sono di Francesco Sanesi):
Il punto è questo: quanto siete/siamo disposte a cambiare, non a desiderare di farlo, ma a farlo veramente?
Vediamo come le due autrici (va seguito attentamente il loro percorso professionale!) affrontano il problema.

Paola Leonardi
(dal risvolto di copertina)
Paola Leonardi ha scelto dodici parole "calde" (amore, autorizzazione, corpo, desiderio...) e intorno a ciascuna di queste ha ricostruito fasi della sua biografia, intrecciandola con le riflessioni di donne che hanno segnato la storia del femminismo: ci sono più di cento citazioni, che Serena ha a sua volta arricchito con nomi e riflessioni, entrando "in risonanza" con la sua amica.

Serena Dinelli
(dal risvolto di copertina)
Alla fine di ogni capitolo ci sono precise indicazioni bibliografiche, con nomi noti e meno noti... Che viaggio, ragazze! Da Rosi Braidotti (su di lei - settembre 1997! - il mio primo intervento su MeDea: "Leggendo/a Braidotti") a Michela Marzano, da Marina Piazza a Goliarda Sapienza...
Ognuna di voi, perdendosi tra le simmetrie e le asimmetrie dei percorsi personali, riconoscerà quelle donne che hanno segnato il suo cammino.
"Ho ritrovato cose che avevo un po' dimenticato" dice Serena (p. 84)...
Care donne giovani e meno giovani, è bello (anche se mette ansia) passeggiare tra riflessioni e descrizioni che ci riguardano e ci fanno trasalire... la madre di Paola Leonardi iperprotettiva, sempre preoccupata che qualcosa di spiacevole potesse capitare alla figlia (p.18)... i favolosi anni Settanta con lo yogurt fatto in casa (una mia alunna mi aveva portato da non so quale paese straniero i vermolini bianchi che allattavo ogni mattina...).
Preziose le riflessioni del capitolo sulla salute: "Beh, intanto sono viva e alla mia età mi sembra un buon successo..." (p.201) afferma Paola Leonardi, una frase che dovrebbe ripetere a se stessa ogni donna che abbia raggiunto un'età, come dire? forse bisognerebbe chiamarla un'età "forte", in cui ci si può permettere di diventare - o di essere ormai, nel mio caso - una vieille dame indigne, che non dimentica mai - o quasi mai, la perfezione non è auspicabile (p.128) - pur nella danza travolgente delle relazioni (Bateson docet), di affermare il diritto di essere se stessa.
Molto belle le pagine sul rapporto di coppia in cui (p.93) "scatta spesso un conflitto lacerante tra il bisogno di relazione e il bisogno di autonomia".
Potrei continuare a lungo, ma preferisco tornare alla domanda iniziale: "Quanto siamo disposte a cambiare noi stesse per cambiare il mondo?".
Io ancora non lo so, ma certamente per cambiare il mondo bisognerà cambiarlo insieme.