Roma, luglio 2014
Come nei due precedenti contributi (Stupidi o liberi? e Cavernicoli o teatranti?) vi invito a riflettere su un punto problematico. Questa volta vi chiedo: carta o schermo?
Mi spiego. Immaginate di aver trovato in Rete, come avviene sempre più spesso, un interessante articolo, un saggio abbastanza corposo (diciamo dalle dieci alle trenta pagine in .pdf). Subito lo scaricate su uno dei numerosi artefatti tecnologici a vostra disposizione (desktop, tavoletta, ebook, cellulare intelligente...) per leggerlo più tardi, con comodo (si fa per dire).
Sì, ma... leggerlo come? Su SCHERMO (piccolo o grande) o su CARTA, dopo averlo stampato?
Sto per consigliarvi alcune letture per l'estate, alcune sono in Rete. Decidete voi se la sera volete addormentarvi in un pittoresco caos di fogli A4 oppure con lo smartphone adagiato sulla pancia...
1. Primo consiglio
E' uscito il numero 10 della rivista on line dell'AIEMS. Ha un titolo molto allettante: "la Responsabilità nell'approccio sistemico". Potete scaricarla gratuitamente in .pdf, e poi decidere se volete cedere alle lusinghe di una stampantina ammiccante (almeno per l'articolo di Giuseppe O. Longo!) oppure strapazzarvi gli occhi per ore davanti a uno schermo...
2. Secondo consiglio
Il numero più recente della rivista "Aperture - Punti di vista a tema" diretta da Enrico Castelli Gattinara ha come tema centrale il "Vuoto". Mhm, ça promet ! Anche questa rivista si può scaricare in .pdf. Allora? Carta o schermo?
3. Terzo consiglio
Diamo spazio alla poesia: Paolo Di Santo, che ben conoscete, ha messo in Rete un suo libro di centoni e poesie con il titolo Poeta a chi? e con una bellissima copertina. E' disponibile in vari formati a questo indirizzo, coraggio!
E adesso passiamo ai libri.
4. Quarto consiglio
Enrico Castelli Gattinara (sempre lui!) ha scritto un contributo davvero originale dal titolo "Epistemologia e scienza... per i fumetti" per il testo A bordo della cronosfera - I fumetti tra scienza, storia e filosofia, (Carocci, Roma 2014). Di solito si utilizzano i fumetti per illustrare concetti scientifici, qui invece la prospettiva è capovolta: "l'oggetto sarà in un certo senso la scienza per i fumetti, vale a dire provare a comprendere alcuni aspetti del mondo dei comics grazie a conoscenze e teorie scientifiche ed epistemologiche" (p.17). Una buona occasione per ribadire concetti cari all'Autore, come ad esempio l'utilità degli errori; Snoopy appoggiato alla sua cuccia afferma: "Ho imparato così tanto dai miei errori che sto pensando di continuare a farne..." (pag.15) Approvano Popper e Bachelard... Non dimentichiamo che Enrico Castelli Gattinara è l'autore di due bellissimi libri: Pensare l'impensato (Meltemi, 2004) e Le Nuvole del tempo (Cisu, 2006).
5. Quinto consiglio
Un consiglio di lettura per chi vuole riflettere sui problemi attualissimi dell'insegnamento/apprendimento (Tradizionale? E-learning? I-learning?). Il testo che vi propongo è: Salman Khan, La scuola in Rete - Reinventare l'istruzione nella società globale (Corbaccio, Milano 2013).
L'Autore, fondatore della Khan Academy (più di tremila video su Youtube!) propone un uso della Rete tale da consentire un'istruzione aperta a tutti, basata su un apprendimento individualizzato e responsabile (certi termini ritornano...).
Khan fa una critica serrata all'artificiosa separazione e frammentazione delle discipline praticata a tutti i livelli dell'istruzione. Bateson direbbe: "the world is not like that at all" (dal film di Nora An ecology of mind). E Khan: "Non esiste un concetto del tutto indipendente dagli altri. La conoscenza è un continuum, le idee sono un flusso." (pag.54)
Il modo migliore di insegnare consiste nel sottolineare le associazioni e le connessioni che mettono in relazione argomenti diversi tra loro. Per stabilire connessioni il più possibile durature è necessario ancorare le nuove conoscenze a quelle già immagazzinate nella memoria, in vista di un processo di consolidamento.
A questo proposito viene sottolineata l'importanza delle "mappe della conoscenza", mappe concettuali che, sottolineando le connessioni tra gli argomenti, forniscono agli allievi una rappresentazione visiva dei temi che debbono affrontare, rivedere, approfondire, sviluppando in tal modo il loro senso di responsabilità personale.
6. Sesto consiglio
Lasciatemi fare l'elogio di questi librini piccoli, graziosi, maneggevoli, di agevole lettura perché sono trascrizioni di conferenze... Sto parlando dei gurubooks, pubblicati da Meet the Media Guru in collaborazione con Egea e curati da Maria Grazia Mattei. Eccoli qua.
Nel lontano 1999 avevo intervistato per MeDea Maria Grazia Mattei: in quel tempo riteneva che la scrittura in Rete fosse destinata a ridursi a brevi messaggi. Oggi invece la pubblicazione di questi libretti viene considerata una sfida: mettere SU CARTA STAMPATA un evento live....
Dei sette volumetti finora pubblicati ne scelgo uno: Zygmund Bauman, La vita tra reale e virtuale. In questo piccolo gurubook (nato da una lezione magistrale tenuta il 9 ottobre 2013 al Teatro Dal Verme di Milano) Bauman fa una riflessione che in un certo senso si ricollega a quanto afferma Khan a proposito del processo di consolidamento attraverso le connessioni che le nuove conoscenze devono avere il tempo di sviluppare per potersi fissare nella memoria.
Bauman sottolinea il pericolo di un possibile "danno collaterale" provocato dal fatto che la maggior parte delle informazioni delle quali abbiamo bisogno sono immediatamente e facilmente disponibili in Rete, Certo, questo è un grosso vantaggio, soprattutto per quanto riguarda quelle informazioni "provvisorie" tipo orari dei treni, meteo, ecc.
Ben diverso è il discorso quando si tratta di veri e propri elementi di conoscenza, se ci limitiamo a consultarli in fretta senza immagazzinarli nella nostra mente. "Queste informazioni (...) trovandosi in un luogo diverso dal nostro cervello, non vengono filtrate dal nostro pensiero; non trascorrono un periodo di 'incubazione' né crescono in noi. In tal modo, noi non le elaboriamo né consciamente né inconsciamente. E' un vero peccato." (pag.56)
Sto riflettendo a come il tempo, a nostra insaputa, opera nella nostra memoria: incubazione maturazione consolidamento delle tracce, ma anche rimaneggiamento e rimodellamento in fase di rievocazione... Rileggiamo Proust!
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