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Seminario Bateson gennaio 2015 sul cambiamento

MeDealogo n.2 - Laboratorio di storie

a cura di Paola Musarra
con AliSteMar*
*ALIce Liccardo, STEfania Nocca, MARio Cusmai


Roma, marzo 2015
Introduzione
Prima di tutto vi consiglio di rileggere il precedente contributo riguardante i nuovi discorsi sulla Rete e il lavoro dei giovani I-tutor, (Medealogo n.1 - Una visione condivisa), prima di affrontare il resoconto del seminario batesoniano. Per le altre relazioni consultate come sempre il sito del Circolo Bateson.

Per quanto riguarda il seminario, il titolo era: "Misurarsi con il cambiamento". Dopo la prima sessione introduttiva di sabato 10 gennaio, "Percepire il cambiamento", con gli interventi di Giovanni Madonna e Andrée Bella, la giornata di domenica 11 è stata inaugurata dalla sessione coordinata da Anna D'Attilia, "NarraMenti (NARRAzioni di cambiaMENTI)", durante la quale sette relatori hanno raccontato esperienze personali di cambiamento, molto intense e coinvolgenti. I relatori erano Carlo Bonotto, Sergio Boria, Ersilia Bosco, Giuseppina Canzoneri, Elvira Federici, Maurizio Gaido e Enzo Palmisciano.

La terza sessione, "Laboratorio di storie", dopo la pausa pranzo, prevedeva che ai partecipanti, suddivisi in gruppi di lavoro, venisse proposta una attività esperienziale finalizzata alla creazione condivisa di storie. Questa sessione, da me coordinata, era affidata ai tre giovani I-tutor dei corsi di Alberto Quagliata (Universita' RomaTre) che già conoscete: Mario Cusmai, Alice Liccardo e Stefania Nocca.

Per organizzare questa sessione ci siamo incontrati più volte e io, che già avevo avuto il privilegio di seguire da vicino il loro lavoro con gli studenti all'università, ho potuto apprezzare ed accogliere le loro continue, originali proposte.

Mario Cusmai ha suggerito che ai partecipanti fossero fornite alcune carte della serie Eurekards, lasciando che ogni gruppo inventasse le proprie regole (le carte lo consentono).

... tre di cuori...

Abbiamo poi messo a disposizione alcuni oggetti di cancelleria (carta colorata, forbici, spillatrici, spaghi e nastrini...), più alcuni palloncini colorati per una nota di allegria...

A questo punto non mi resta che trascrivere il... MeDealogo con il quale abbiamo presentato al seminario le nostre proposte per il laboratorio. Buona lettura!

P.M.
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Paola - Bene, vedo che durante la pausa pranzo avete "adescato" i possibili compagni di gruppo... e avete formato ben sette gruppi! I nostri giovani tutor vi illustreranno; l'attività che dovrete svolgere, ve li presento.
Alice Liccardo si è laureata in Scienze Pedagogiche con una tesi dal titolo "Educare per immagini. Da Comenio al Digital Storytelling". Oltre alla collaborazione ai percorsi formativi organizzati dal professor Quagliata (dal 2012), frequenta il corso di Lingua Italiana dei Segni (LIS) e ama dedicarsi ad attività che comportano attenzione, ascolto e coinvolgimento a livello umano.

Alice Liccardo - foto P.Musarra
Alice
foto: P.Musarra

Mario Cusmai, dottore in Scienze dell'Educazione degli adulti e Formazione Continua, dal 2006 è collaboratore tecnico presso l'ISFOL in ambito e-learning e, dal 2012, su indagini e studi presso la Struttura Sistemi e Servizi Formativi. Dal 2005 collabora ai percorsi formativi del prof. Quagliata come docente, metodologo e tutor. Compie servizio di volontariato come clown di corsia. La sua passione sono i viaggi e... infinite altre cose!

Mario Cusmai - foto P.Musarra
Mario
foto: P.Musarra

Stefania Nocca, dottore in Scienze dell'Educazione, laureata in Scienze Pedagogiche con una tesi su "Il metodo Terzi: una riscoperta antropologico-educativa". Oltre alla collaborazione (dal 2013) ai percorsi formativi universitari del prof. Quagliata, dal 2010 prende parte alle attività del Laboratorio di Pedagogia dell'Espressione (mimesilab) coordinato dal professor Gilberto Scaramuzzo. Dal 2006 sperimenta una formazione teatrale presso il teatro Bertolt Brecht di Formia. Compie servizio di volontariato come clown di corsia... e mille altre attività!

Paola e Stefania
Paola e Stefania

Adesso passo la parola ad Alice che vi spiegherà in che consiste il vostro lavoro, qual è il suo obiettivo esplicito.

Alice - Sì, l'obiettivo esplicito è quello di costruire insieme una storia, quindi in modalità condivisa. La storia dovrà essere centrata sul (su un) cambiamento (il tema del nostro seminario).
Si tratterà quindi di individuare una struttura che connette i possibili elementi narrativi suggeriti dal materiale che vi sarà consegnato.
Vi diciamo subito che non sarà impresa facile "negoziare" una storia condivisa all'interno di ogni gruppo, anche perché, oltre all'obiettivo esplicito di cui vi ho parlato, c'è un altro obiettivo, un obiettivo implicito, vero Stefania?

Stefania - Sì, Alice. Io mi sono chiesta: "che cosa sollecitiamo che avvenga nelle persone che 'agiscono' questo gioco?" Le storie a cui daranno vita saranno l'insieme delle singole soggettività (anche se mediate dai materiali che vi consegneremo): ogni persona offrirà in dono la propria sensibilità al gruppo, per creare un percorso che la unirà ad altre soggettività.
Si tratta quindi di mettere in gioco aspetti della propria personalità: le narrazioni saranno anche narrazioni del sé.
Saranno le esperienze individuali a filtrare e mediare l'invenzione di una storia condivisa...
Ognuno sente in modo diverso la propria attitudine al cambiamento... ma qui si tratta di cambiare insieme, vero Paola?

Paola - Eh già. E c'è un ulteriore elemento di complicazione. Avrete notato che Stefania ha parlato dell'invenzione di una storia condivisa. Infatti non c'è una storia preesistente che dovete ricostruire, la storia la dovete inventare voi! Deve riguardare un cambiamento e basarsi sui materiali che vi verranno consegnati... E questi materiali [le carte] saranno come le tessere di un mosaico o di un puzzle... o meglio, ecco, forse come degli indizi, sì, degli indizi che... [a questo punto arriva Mario vestito da Sherlock Holmes]

Mario e Stefania
Mario e Stefania

Mario-Holmes [scrutando Paola con la lente] - Mhm, proprio così, caro Dottor Watson...

Paola - Sapete, a Holmes basta una manciata di indizi per intuire l'intera storia che li ha generati... Ma come fa, dico io....

Mario-Holmes - Elementare, caro Watson: basta far sprigionare dagli indizi quelle potenzialità narrative che, combinate tra loro, creano una struttura narrativa "plausibile", coerente, significativa...

Paola - Non ci resta allora che mettervi (e metterci) alla prova. Del resto, stavo riflettendo... non compiamo forse la stessa operazione quando "ci raccontiamo" la nostra vita, sulla base degli eventi imprevedibili che segnano il nostro cammino?


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Conclusione
Eravamo un po' in ansia, lo confesso, prima che i gruppi cominciassero a lavorare, poi invece siamo rimasti incantati e sorpresi dal forte coinvolgimento di tutti i partecipanti. Mentre i tre tutor si aggiravano con grande discrezione ("vogliamo che la nostra presenza sia leggera...") nella grande sala di Testaccio, nei sette gruppi ferveva un'incessante attività: c'è chi ha preso le redini in mano e ha creato una palestra personale, chi invece ha messo in luce le proprie doti di mediazione e conciliazione, c'è chi ha composto, annodando insieme spaghi e nastrini, un lungo filo che collegava tutti i membri del gruppo, chi ha creato uno stendardo multicolore... Il tutto con grande entusiasmo, infinite discussioni e molto impegno.

con molto impegno...
... con molto impegno...

Il che vuol dire che le cose possono funzionare quando le parole chiave sono: tatto, delicatezza, attenzione, ascolto, allegria, solidarietà e condivisione...


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redazione e
mise en page:
Paola Musarra
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