Ho intervistato Cristiana Scoppa prima dell'estate. L'occasione: la presentazione a Roma a cura dell'AIDOS (Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo) del secondo sondaggio commissionato ad una società di ricerca inglese dall'UNFPA (Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione) e condotto in Italia dalla Pragma.
Il sondaggio riguardava la percezione in Europa dei problemi relativi alla popolazione e alla salute riproduttiva nel mondo, per stabilire il livello di consapevolezza su queste tematiche e misurare i cambiamenti rispetto al 1996, anno in cui era stata condotta una prima indagine ed era stata avviata la campagna di sensibilizzazione Face to Face, sponsorizzata dall'UNFPA, per i diritti, la dignità e la libertà di scelta delle donne.
La ricerca tendeva anche ad appurare quale fosse l'opinione diffusa riguardo agli aiuti che i governi dovrebbero fornire ai paesi in via di sviluppo, e a valutare quale tipo di servizi a tutela della salute riproduttiva dovrebbero essere creati e quale sia la proporzione dell'impegno civile in Europa.
Chi fosse interessato ai risultati del sondaggio e volesse entrare in contatto con l'AIDOS, una Ong senza fini di lucro creata a Roma nel 1981 da un gruppo di donne (esperte di sviluppo economico e antropologhe) per dare più forza alle donne e alle loro organizzazioni (empowerment), può scrivere in via dei Giubbonari 30 - 00186 Roma, o telefonare ai numeri 066873214 - 066873196.
Qui invece vorrei ricordare il mio incontro con Cristiana e fare alcune considerazioni.
Nel rivedere i miei appunti, le foto che ho fatto a Cristiana e la ricca documentazione sul sondaggio fornita ai giornalisti presenti a Roma, sono stata colta inizialmente da un senso di sgomento.
Il comunicato stampa sull'incontro iniziava con: "In vista del G8 di Genova..." e terminava con queste parole: " Dal sondaggio emerge dunque un'Italia consapevole dei problemi dei paesi in via di sviluppo, solidale e coinvolta, che si aspetta risposte positive del Governo che dovrà tenerne conto per il prossimo vertice dei G8.".
Il bombardamento mediatico dopo Genova, quasi esclusivamente centrato sui disordini e la repressione, rischia di cancellare annullare soffocare tutto l'enorme lavoro svolto nelle associazioni, nelle Ong, negli organismi internazionali.
Il disorientamento e la paura, sapientemente indotti, sono pessimi consiglieri, perché tendono a ingenerare rinunce e disimpegno, mentre il martellamento delle immagini provoca rifiuto e sazietà ("Parliamo d'altro, per favore!").
E invece questo è il momento di raccogliere i fili spezzati, riannodarli e intrecciarli, di ricucire le lacerazioni, mettendo in luce il paziente ininterrotto impegno di quelle donne che operano, spesso silenziosamente e oscuramente, per sostenere la libertà e la dignità di noi tutte.
Ecco perché mi piace ricordare il mio incontro con Cristiana, dopo la presentazione del sondaggio, quando ci siamo rifugiate nella fresca penombra di un grande caffè romano vicino al Parlamento per chiacchierare fitto fitto, divorando... che cosa? non ricordo più, forse supplì, insalata...
Qualche data: nel 1994 Cristiana ha cominciato a lavorare nella redazione di "Noi donne", nel '97-'98 si è impegnata nel nuovo, ambizioso progetto grafico della rivista ed è diventata coordinatrice della redazione esteri.
"Il mio lavoro era articolato in attività diverse: oltre al lavoro di inchiesta mi occupavo infatti dei contatti, della revisione, delle collaborazioni esterne...".
La ferita della chiusura di "Noi donne", determinata da problemi economici, è ancora aperta; ne abbiamo parlato su MeDea in occasione del Convegno di Ercolano sui problemi della stampa femminile, su carta e on line.
Già dal 1996 Cristiana faceva parte della redazione di INFO@Perla, e assisteva alla nascita di MeDea.
Nel novembre del 1998 le arriva una proposta di collaborazione da parte di Chiara Ingrao, consulente della ministra per le Pari Opportunità Laura Balbo.
Con un contratto di ricerca e studio Cristiana collabora alla preparazione del rapporto italiano alle Nazioni Unite sull'applicazipne della piattaforma di Pekino in Italia, in vista di Pekino+5. E poi...
Copenhagen+5 (Summit sullo sviluppo sociale), Durban (Conferenza mondiale sul razzismo)... Date e luoghi disegnano una fitta rete di relazioni, rapporti, data base, comunicazioni, tutto all'insegna di un impegno costante per le donne ed i loro diritti.
Cristiana mi parla poi della realizzazione di Kites'Web, di cui abbiamo recentemente parlato su MeDea: grazie ad un finanziamento europeo è nato questo sito, volto alla valorizzazione delle differenze di genere e della diversità.
E l'AIDOS?
Cristiana lavora all'ufficio stampa e si è impegnata in alcune pubblicazioni. Nel '96-'97 è nato il "Progetto giornalisti", per migliorare l'immagine delle donne del Sud del mondo nei nostri media: grazie a un aggiornato data base è stato possibile mantenere i contatti con i giornalisti, fornendo di volta in volta le informazioni necessarie, per correggere la radicata tendenza all'omissione o alla deformazione di tutte le notizie riguardanti le donne.
Attualmente l'AIDOS si occupa della già citata campagna Face to Face, del Fondo per le donne afgane e della prevenzione delle mutilazioni dei genitali femminili nelle comunità africane immigrate.
Ricordo che nel lasciare Cristiana mi era rimasta l'impressione di una grande energia.
Adesso, guardando la sua faccetta sorridente, penso che è proprio quel tipo di energia di cui abbiamo tutte bisogno, per continuare, o per ricominciare.
