Roma, maggio 1999. Si può giocare in tempo di guerra? Si può, si deve. Sulla mia scrivania si ammucchiano documenti: il quaderno di Limes sul Kosovo, il supplemento del 25 aprile sui Balcani del Sole-24Ore, le Monde diplomatique, interviste, ritagli, fotocopie, volantini. Che cosa posso fare io, che non sono nessuno? Come il saltimbanco di Notre Dame, posso offrire l'unica cosa che so fare, qualche piroetta al computer. Un giocattolino amichevole di pace che vuole essere uno sberleffo alla guerra, una riaffermazione di vita per il "dopo". Perché la guerra, come tutte le guerre, finirà. Questo piccolo giocotest(o) è dedicato
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