1. Le città
Mi piace guardare le città quando non si sentono guardate, quando si addormentano o si svegliano con gli occhi gonfi e il trucco sfatto. Mi ricordo una donna ben vestita, ubriaca fradicia, stesa a pancia sotto su un marciapiede della periferia viennese, con la sua borsetta bianca posata lì accanto, e una vecchia signora molto per bene che frugava in un cassonetto davanti al Karl Marx-Hof. A Parma, in Borgo 20 marzo, una rissa di una violenza inaudita opponeva a mezzanotte due bandedi adolescenti, proprio davanti ai negozi di una raffinata eleganza inglese. E non dimentico la penombra sospetta di quel lurido sottopassaggio puzzolente a Nizza, che riservava le sue mortali esalazioni a chi imprudentemente vi si avventurava, risparmiando le signore col barboncino che passeggiavano in alto, in pieno sole. |