Cronache romane

di Paola Musarra



Venerdì 28 novembre 1997

C'è un bel sole. Riaccompagno Ermenegilda alla stazione Termini, binario tre. Emi è contenta, sta andando al lago. Ha appena comprato un carrello per le valige e lo spinge davanti a sé come una carrozzina, col pupo davanti. Glielo faccio notare e ride: "Debbo ancora imparare!"

Poca gente ieri sera da Bibli alla presentazione di meDea e info@perla: alcune amiche e amici miei, due amiche di Emi, un signore di passaggio. "Ho mandato trenta comunicati stampa" dice Roberto di Bibli. Ma nessun giornale ha pubblicato la notizia. Molti clienti hanno ritirato le locandine in libreria, ma poi non sono venuti. Il trinomio donne-computer-Internet fa dunque così paura? "Cattive! tutta colpa delle donne..."

Con la coda dell'occhio colgo questo titolo del Venerdì di Repubblica mentre torno verso casa. Compro il giornale. "Un libro [di Fukuyama] accusa:
Il tramonto dell'Occidente è cominciato
con la rivoluzione femminista...


Ieri sera da Bibli, prima della presentazione, eravamo in quattro sedute intorno a un tavolo: un cappuccino d'orzo, un the profumato, una Coca-cola, una coppa di vino rosso. Prima di questo incontro Cristina e Cristiana non si conoscevano, io non le conoscevo, Emi invece conosceva tutti. Dopo un po' è arrivato Gianni, ha preso una tisana di frutti di bosco e ci ha ascoltato in silenzio, con occhi attenti.

"Io sono la mamma del sito 'Paese delle Donne'" dice Cristina. Dovremmo farla finita con le mamme, ma poi... ... piacerà un sito orfano? "Dobbiamo ancora imparare..."

Ci trasferiamo nella grande sala. Ci sono i libri, i computer, un pianoforte a coda. Siamo in pochi, propongo di raccoglierci intorno agli schermi che ci aspettano con le loro faccine luminose. Appare il logo del sito meDea. Emi disegna genealogie: Madreperla, meDea, info@perla cartaceo e digitale.

Bruno interviene vivacemente, facendo vibrare i suoi baffoni, Gianni non perde una sillaba. Cristina racconta l'esperienza di donne che si collegano in rete quasi clandestinamente, al nero, dai posti di lavoro, dall'Università... Cristiana ha fiducia nei siti come meDea, che aiutano le donne a uscire dalla loro solitudine, dal "sommmerso" e a collegarsi in forma esplicita, in quanto donne. Marisa corruga la fronte, Chiara è perplessa, Maddalena ha gli occhi luminosi, si ridacchia... Si sta bene qui a parlare, con la sensazione di lasciare tracce quasi invisibili, che più tardi forse indicheranno un percorso.


"Il disordine sociale, di cui soffrono i paesi
economicamente più avanzati, dipende
dall'emancipazione femminile..."

I giornalisti di Repubblica sembrano scandalizzati dalle tesi di Fukuyama, intervistano perfino Rosi Braidotti (due battute tra virgolette, seguite da un "però" redazionale). Però... E giù dati inquietanti su aborti e divorzi. C'è perfino (nooooo!) una DONNA NUDA con i guantoni da boxe per illustrare l'articolo. Uh, guarda, hanno intervistato anche la direttrice di Noi Donne. Bia Sarrasini sottolinea che in Francia è uscito un saggio di Lipovetsky molto più benevolo e pieno di ammirazione nei confronti delle femministe. Sarà... Controlleremo. E la sera stessa su France2 lo posso controllare, Lipovetsky, ospite di Bernard Pivot a "Bouillon de culture". Ha una giacca verde e gli occhi rotondi, e balbetta quando Gisèle Halimi gli chiede gelidamente "Mais où prenez-vous vos données?", "Ma di quali dati (= di quali donne) sta parlando?". E' davvero strano: non avevano forse decretato(gli uomini e molte donne) che il femminismo era stra-morto e che non se ne doveva parlare più? E invece... Vuoi vedere, Emi, che tu vinci la scommessa che abbiamo fatto e che un giorno o l'altro anche l'Unità si occuperà di meDea e di info@perla? Sì, ma come? Sociologi, filosofi, psicologi, scrittori e giornalisti sono lì DI NUOVO tutti pronti a spiegarci - loro - come sono e che cosa vogliono oggi le donne. Ma sono molto meno disposti ad ascoltare... ... le donne che emergono dal sommerso del Web ... le donne con i loro computer e i loro modem ... L'altra metà della Rete... - "Dobbiamo ancora imparare...?" - "Sì, forse: un po' di HTML. Per collegarci meglio."


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