Paola - Questa volta i lettori e le lettrici di MeDea mi hanno deluso.
Paolo - Come mai?
Paola - Forse la colpa è della mia "Nota critica". C'è chi l'ha presa troppo sul serio, l'ha giudicata noiosa...
Paolo - ... e non l'ha neanche letta!
Paola - C'è invece chi l'ha considerata una presa in giro e ha lasciato perdere... Il risultato è che non si sono impegnati/e nel gioco.
Paolo - Mi viene un brutto sospetto.
Paola - Cioè?
Paolo - Non sarà che l'argomento "omosessualità" provoca reazioni negative, anche...
Paola - ... anche in chi legge MeDea? No, penso proprio di no, diciamo che "spero" proprio di no....
Paolo - Oppure Dante è considerato "sacro" e quindi il gioco è stato visto come una "dis-sacrazione"!
Paola - Non vorrei crederlo, anche se, con tutta questa voglia di sacro che c'è in giro... Ma no, io penso piuttosto che tutto derivi da una scarsa familiarità con il canular, tipico della cultura francese. E la mia nota critica era un canular!
Paolo - ...?
Paola - Il canular è un inganno, una burla, che si basa sulle capacità inventive di chi vuole sfruttare la credulità altrui... A volte consiste nel creare situazioni paradossali in cui la o le vittime sono costrette a stare al gioco, in un vertiginoso alternarsi di cose vere e cose false...
Paolo - Non sono sicuro di aver capito.
Paola - Ti racconto un canular famoso. A Parigi gli studenti della Sorbona avevano firmato i fogli di presenza alle lezioni di un famoso professore aggiungendo surrettiziamente anche il nome e il cognome (veri!) di un fetentissimo vecchio clochard che si aggirava sempre nel Quartier Latin perennemente ubriaco. Quando arrivò il momento degli esami i ragazzi, con la promessa di paradisiache libagioni, convinsero il clochard a presentarsi... Lascio il resto alla tua più che fervida immaginazione!
Paolo - Fantastico! Ma... adesso che facciamo con "Pasticcio infernale"?
Paola - Io un'idea ce l'avrei. Propongo una doppia penitenza:
- rileggete la "Nota critica" distinguendo accuratamente (carta, penna e... Google!) nomi e notizie veri da quelli falsi;
- prendete l'Inferno e rileggetelo, vi farà bene!
Paolo - Noi intanto vi diamo, dopo ogni verso, l'indicazione del "luogo infernale" dal quale è stato estratto. Forza, ce l'avete, sì o no, una Divina Commedia in casa?
Paola - Io ne ho diverse edizioni, ma ne ho una che mi è particolarmente cara. Apparteneva al mio nonno materno, un nonno che non ho mai conosciuto. Quando sostenni l'esame biennale di Italiano alla Sapienza con Natalino Sapegno, portai questo libro all'esame, perché conteneva tutte le opere di Dante e non aveva le note a piè pagina... La sorpresa fu che all'esame mi trovai faccia a faccia con il professor Sapegno, che aveva davanti a sé... lo stesso libro!
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Nel dritto mezzo del campo maligno (XVIII,4)
mi ritrovai per una selva oscura. (I,2)
Lo mio maestro, ed io dopo le spalle, (X,3)
soli eravamo e senza alcun sospetto. (V,129)
Elli si mosse e poi, così andando, (X,124)
poi ch'ebbe sospirato e 'l capo scosso, (X,88)
guardommi un poco e poi, quasi sdegnoso, (X, 41)
mi disse: "Perché se' tu sì smarrito?" (X,125)
Poi ch'ei posato un poco il corpo lasso (I,28)
io cominciai: "Poeta che mi guidi, (II,10)
tu se' lo mio maestro e 'l mio autore, (I,85)
se' savio: intendi me' ch'io non ragiono." (II,36)
Di subito drizzato gridò: "Come?!" (X,67)
(però con ambo le braccia mi prese...) (XIX,124)
"Parlami, e soddisfammi a' miei disiri: (X,6)
Amor mi mosse, che mi fa parlare!" (II,72)
Io ch'era d'ubidir disideroso (X,43)
"Miserere di me!", gridai a lui, (I,65)
"la tua loquela ti fa manifesto... (X,25)
Non hai tu spirto di pietade alcuno? (XIII,36)
Ben dovrebb'esser la tua man più pia!" (XIII,38)
E poi che la sua mano a la mia pose,(III,119)
mi mise dentro alle segrete cose...(III,21)
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura!(I,4)
Quanti dolci pensier, quanto disío,(V,113)
e quanto più dolor che punge a guaio...(V,3)
Mi prese del costui piacer sì forte (V,104)
che la verace via abbandonai.(I,12)
La bocca mi baciò tutto tremante (V,136)
e caddi, come corpo morto cade.(V,142)
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