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Un centone di Paolo
Pascoli come lo vorrei: Notte di verno
con
Paolo (Di Santo) e Paola (Musarra)


Paola - Tu mi sorprendi sempre... il che, ti dirò, non mi dispiace affatto...

Paolo - A che cosa alludi?

Paola - Beh, sia su MeDea, sia nella Prefazione del tuo libretto online Poeta a chi? Centoni e poesie avevi chiarito come nascono i tuoi centoni, avevi detto...

Paolo - Sì, avevo detto che quando compongo un centone di solito non parto da un'idea, ma scopro pian piano, con grande curiosità che cosa "esce fuori", mettendo insieme i versi che mi hanno colpito...

Paola - Già, avevi anche detto che ti lasci guidare dai suoni, dal ritmo... E' come se la poesia si scrivesse da sola... Insomma, di solito i tuoi centoni non sono "finalizzati", è così?

Paolo - Sì, di solito è così...

Paola - E questa volta, invece?

Paolo - Questa volta mi sono messo a leggere "Myricæ". E' successo un fatto strano, ho cominciato a elaborare un'idea e alla fine mi sono detto: "Voglio fare un centone non con il Pascoli intimista, che è mesto e piange, ma con il Pascoli profondo, drammatico conoscitore e amante della natura!

Paola - E il risultato è sorprendente. E' come se tu avessi scritto in sintesi un piccolo saggio (a)critico, dal titolo molto poco accademico: "Pascoli come lo vorrei"! Vediamo se i lettori e le lettrici di MeDea seguiranno il tuo esempio...

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NOTTE DI VERNO di Paolo Di Santo

Ora che il verno spoglia le foreste
e le ventate soffiano di schianto
il cielo ingombro, tragico, disfatto
la terra ansante, livida, in sussulto
tra l'umida nebbia leggiera
ogni foglia, ogni radica, ogni zolla
piange nella campagna solitaria
e nella notte nera come il nulla
dormono i corvi dentro i lecci oscuri.

(tutti i versi sono tratti da Myricæ)

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copertina libro di Paolo


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pmusarra

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