I° maggio 2004
Partiamo da Cividale sotto la pioggia e ci avviamo verso sud est, verso il Collio. Arrivati a Prepotto, voltiamo a sinistra. Prendiamo una strada che costeggia il fiume Judrio. Il fiume fa da confine tra Italia e Slovenia, in una valle che diventa sempre più stretta, sempre più verde.
A un certo punto la strada asfaltata finisce in un sentiero pieno di buche allagate, sassi appuntiti.
La nostra Panda procede valorosamente fino al luogo in cui si sono dati convegno i rappresentanti di cinque comuni: Grimacco, Prepotto, Stregna, Drenchia e Kanal ob Soči (Canale d'Isonzo). Ci sono i sindaci, i suonatori di fisarmonica...
C'è un ponticello sullo Judrio che segna il confine. Ponte Clinaz è un valico di "seconda categoria" in mezzo al bosco, ben noto alla gente dei due versanti, che un tempo lo attraversava nei due sensi facendo un piccolo "contrabbando" (polli, uova, bottiglie di grappa, sacchetti di zucchero...) che consentiva alle donne di mettere qualcosa in tavola - i problemi di sempre.
Questi problemi vengono rivisitati in chiave comica dai protagonisti di uno spettacolo in dialetto che vede riunite tre compagnie, una italiana, il Beneško gledališče, e due slovene: il gruppo etnografico dell'Associazione Globočak di Kambreško e il gruppo Ročinke di Ročinj.
Stiamo tutti in circolo, con i piedi che lentamente sprofondano in una spessa fanghiglia (bisogna spostarsi spesso, raggiungere piccoli isolotti di fieno che qualcuno ha intelligentemente sparso a terra).
Vedo spuntare tra i petali degli ombrellini colorati le facce ridenti di Margherita Trusgnach, di Michela Predan, di Lucia Trusgnach del Circolo culturale Ivan Trinko, di Jole Namor che dirige il settimanale Novi Matajur...
Poi, una saporita pastasciutta cotta sul posto in grandi pentoloni e del buon vino ci ristorano, al suono delle fisarmoniche.
Verso le due lasciamo lo Judrio, mentre la festa continua, e ci spingiamo più a sud, fino a Gorizia.
Ci insinuiamo nello "spazio" tra la grande manifestazione sindacale del mattino e la festa serale con Goran Bregović. Lasciamo la macchina vicino alla stazione di Montesanto. E' uscito il sole, le due città - Gorizia/Nova Gorica - sono in festa: tutti passeggiano dentro e fuori del confine, con i doganieri delle due parti che per un giorno giocano a non "fare i doganieri" (possono ancora essere richiesti i documenti, sia ben chiaro, non si passa ancora liberamente).
L'aria è fresca e limpida. Dalla parte slovena la stazione pulita e ordinata ha un'aria irreale, anche se è una vera stazione, con treni che arrivano e partono. Dalla parte italiana, sulla grande piazza Transalpina, già si sentono le note dell'orchestra di Bregović che sta facendo le prove.
Partiamo all'imbrunire, incrociando una gran folla che si avvia verso il concerto. Noi ce ne torniamo nelle Valli, per riflettere.
2 maggio 2004
Il giorno dopo andiamo a Udine per la manifestazione "Dotik", che vi abbiamo segnalato negli eventi.
"Dotik" vuol dire "contatto", contatto con la cultura slovena. La direzione artistica della manifestazione è affidata ad un'altra donna delle Valli, l'architetta Donatella Ruttar. Ascoltiamola:
"A 40 chilometri da Udine c'è una Nazione della quale tutti dobbiamo confessare di non conoscere molto, o addirittura di non conoscere nulla, a parte i distributori di benzina di Kobarid...(...) La caduta delle barriere e l'ingresso della Slovenia nell'Ue evidenziano quanti decenni, se non secoli, di mancata conoscenza intercorrano tra due terre che si toccano e si compenetrano." (dal Messaggero Veneto del I° maggio 2004)
Vi rimando al ricco programma di "Dotik" perché possiate rendervi conto dell'altissima qualità della produzione culturale slovena. Prima di tornare a Roma noi abbiamo avuto il tempo di vedere una mostra dell'architetto Vojtek Ravnikar e uno sconvolgente film sul traffico di clandestini del giovane regista Damjan Kozole, del quale certamente sentirete ancora parlare.
E le Valli del Natisone? Che cosa succederà, dopo l'apertura delle frontiere?
I contatti culturali sono forse, paradossalmente, i più facili; bisognerà vedere come andranno le cose sul piano economico, nei rapporti politici...
Ma sentiamo ancora Donatella:
"In provincia di Udine vivono, lungo la fascia di confine, fin da tempi remoti, comunità che parlano la lingua slovena declinata in varianti dialettali. Per queste comunità l'ingresso della Slovenia nella Ue è un sincero momento di festa, perché finalmente cade un confine pesantissimo edificato, nel secolo scorso, dall'ideologia che opponeva mondo latino a mondo slavo, capitalismo e comunismo.
Tutto questo ciarpame verrà sostituito da nuove relazioni che saranno proficue perché animate da interessi reali e da una libera curiosità.
La conoscenza è innanzi tutto una questione di sguardo e da oggi questo è più libero." (ivi)
"Benvenuta Slovenia"
Cartelli bilingui davanti al
Circolo culturale "Ivan Trinko"
di Cividale