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Vele, acqua, vento - Seconda parte

di
Luigi Candela

montaggio: Paola Musarra


Prima di cominciare vi consigliamo di rileggere la Prima parte di questa "conversazione marina".

testadimoro


La medicina

"Come combattere le angosce delle classi dominanti del XVIII secolo nelle terre della tolleranza e dei lumi?

"Ebbene, lo spleen (=malinconia, tristezza) venne curato proprio dal mare, nelle stazioni balneari, che nacquero non come le conosciamo oggi, ma come vere e proprie stazioni di cura. I medici dell'epoca, quasi tutti del mondo anglosassone e della Francia atlantica, propongono una serie di precetti per la cura dello spleen; per esempio l'inglese Burton sosteneva che lo si potesse curare con "la brezza viva e purificatrice che soffia dal mare". Una delle più famose stazioni dell'epoca fu quella di Scheveningen, sulla costa olandese.

"La diffusione e la pratica di queste cure daranno luogo a una serie numerosa di mode.

"Alcuni medici cominciarono a predicare in favore dei rural sport: fino a quel tempo immergersi in acqua e nuotare, praticare l'equitazione, veleggiare in barca e pescare erano considerate attività "rozze"... sì, insomma, attività ricreative del popolo.

"In realtà, contrariamente a quanto si possa immaginare oggi, i primi regatanti in barche a vela furono proprio i pescatori che tornavano in porto. Tra i pescatori era un gioco, ma anche una necessità: il primo che arrivava in porto spuntava il prezzo migliore del pescato!

"Non a caso le prime imbarcazioni da regata derivavano da quelle da lavoro. Per esempio, le "golette dei banchi di Terranova" erano piccole navi armate con due alberi che esercitavano la propria attività sui banchi a nord est della costa orientale degli States.

"Proprio da quella tipologia derivò la goletta "America", che vinse la regata inglese delle cento ghinee (che poi diventò la famosa Coppa America).

"Ma tu vuoi sapere ancora qualcosa sulla talassoterapia, che oggi si sta di nuovo affermando... dovresti proprio leggere il testo di Alain Corbin che ti ho consigliato, L'invenzione del mare (Saggi Marsilio, 1990). La medicina del tempo affermava: "attingere dalla classe popolare allegria e vigore è una scelta di questa terapeutica che mira alla circolazione sociale delle pratiche".

"Alcune delle migliori famiglie inglesi mandavano i propri rampolli ancora cadetti sulle navi della marina perché "formassero il proprio carattere e apprendessero le scienze nautiche, base per l'espansione dello smisurato impero inglese".

vela

"Ma non è tutto: sapevi che le terapie con l'acqua fredda di mare "curano la schizofrenia femminile"? Per non parlare dello choc provocato sul diaframma da un'immersione brutale: "guarirà il malato cronico"!

"E l'uomo? L'uomo sano, ma un po' affaticato? Sulle rive del mare "ritroverà l'appetito e il sonno, oblìo per le proprie angosce".

"Ma vedo che non hai bisogno di essere convinta, conosco la tua passione per il mare...

foto: Paola Musarra, Beaulieu
Beaulieu, foto: P.Musarra

"Fermiamoci qui. La prossima volta, dopo questa premessa storica, vedremo come si sviluppa lo sport velico in Italia.

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redazione e mise en page: 
pmusarra

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