torna a medea
 


Per una nuova immagine 
delle donne albanesi

Un progetto
di
Anna Rosa Iraldo e Paola Musarra
Ottava parte






Sommario

Presenze albanesi a Roma
di
Paola Musarra

Roma, giovedi 25 ottobre 2001

A volte, la tessitura virtuale si arricchisce di concrete presenze. Molta gente, stasera, all'associazione culturale Il Posto delle fragole. Ci sarà un concerto del gruppo polifonico albanese Zadra, di Tirana.

Ci sono tavoli apparecchiati ovunque: all'entrata, tra il bar e il piccolo palcoscenico, nell'altra lunga sala con una tavolata per tutti gli amici di Anna Rosa e Giovanna, e nell'ultima saletta.

Vedo Giovanna Marini, con un gruppo di amici. Ritrovo vecchi colleghi ("Come sei cambiata!/Sei sempre la stessa!").

Ci sistemiamo, consultiamo il menu svedese: e se prendessimo un'aringa, accompagnata da una salsettina dolce?

C'è un forte vocío, sotto i soffitti bassi a volta. Quasi non ci accorgiamo che i cantanti, cinque uomini e una donna, attraversano le sale per andare a cambiarsi nello spogliatoio, là in fondo.

Cantante del gruppo ZadraRiemergono con i copricapi tradizionali, con i costumi vivaci ricamati sulle camicie bianchissime. Attendono pazientemente sul palco. Finalmente si crea il silenzio. E si leva il canto.
Consulto il programma del concerto. Nella presentazione di Maurizio Agamennone, dell'Università Ca' Foscari di Venezia, leggo (pp.3-4):
Nelle culture tradizionali le polifonie assumono frequentementemente il ruolo di marcatori di genere, in relazione alla distinzione maschile/femminile.(...) Nella cultura tradizionale dell'Albania questa distinzione è, probabilmente, ancora più marcata:Cantanti del gruppo Zadra(...) lo ha (...) evidenziato Jane Sugarman, nel suo esame degli stili di canto maschili e femminili presso gli albanesi Prespa: "In qualsiasi momento, in qualsiasi luogo, e in qualsiasi modo essi cantino, lo fanno in quanto femmine e maschi.(...) Il canto inscrive continuamente il loro senso della femminilità o della mascolinità all'interno del loro schema del proprio corpo e negli schemi del pensiero." (J. Sugarman, The Nightingale and the Partridge: Singing and Gender among Prespa Albanians , "Ethnomusicology, XXXII/2, 1989, p.208).

Striscio silenziosamente verso la prima sala e mi accoccolo vicino al palco per scattare qualche fotografia.

La musica mi investe: L'Iso (il bordone, il suono grave e continuo di fondo) crea la profondità del canto, con la nota fondamentale. Con questo suono si intrecciano, salendo e discendendo, le voci dei solisti. Sono colpita da piccole interruzioni, quasi delle esclamazioni in musica, ritmate. A volte sembrano riprodurre i suoni della natura, creando una grande ricchezza di percezioni.

cantanti del gruppo Zadra

Torno al mio posto. Sul programma ci sono i testi dei canti in italiano, con la trascrizione in albanese. Noto con sorpresa che la lingua per me straniera è più estranea al mio occhio di quanto non lo sia all'orecchio: la vocalità sembra smussare le punte, tutto scorre nel flusso sonoro.

Ci conquista questa polifonia, nata da una tradizione orale autoctona, del tutto indipendente dalla liturgia ecclesiastica.

Verso la fine del concerto, un canto ritmato attira nella prima sala una ghirlanda danzante di ragazze albanesi - mani sottili intrecciate, sollevate in alto.

Venute in Italia con una borsa di studio, hanno poi deciso di rimanere. Ma stasera la musica le attira verso le antiche radici.

Partire, restare... tornare?

Mi piace concludere trascrivendo il testo di una piccola canzone primaverile, che ci trasporta al di là di questo lungo, inquieto inverno.

HYRI PRILLI E' VENUTO APRILE
Hyri prilli shkriu bora majave E' venuto aprile, s'è sciolta la neve sulle montagne
Ti moj vajzë kanakare ç'bën atje Gli uccelli stanno a due a due nel nido
Mua më harrove fare ç'zemër ke Fendono il cielo e sono veloci come fulmini
Jo mor jo s'të kam harruar s'të harroj Stanno insieme e cantano alla nuova stagione
Në zemër të kam të shkuar sa të rroj


Zamira: "Facciamoli tornare"
di Anna Rosa Iraldo



torna su

foto e mise en page: 
pmusarra

torna a medea