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Lirì, Libertà
di Anna Rosa Iraldo e Paola Musarra

1. Dalla militanza al disincanto


Ricordate Lirì? Nel 1938 era partita Liri'"dall'Albania per il collegio Santa Rosa di Bari ("Era un collegio molto aristocratico!"), dove riceveva ogni due settimane la visita di suo padre ("per il suo commercio").

Poi era andata al collegio Santa Margherita di Firenze, dove sentiva la mancanza dei suoi: "Ero piccola allora, avevo dieci, dodici anni!"

Nel 1942 Lirì aveva quindici anni: insieme ai suoi quattro fratelli che studiavano tutti in Italia era tornata in Albania per prendere parte alla lotta contro il fascismo, "tagliando tutti i fili".

"Noi in quel momento pensavamo che ogni cosa bella che si pensava si potesse realizzare con il comunismo. Anche se avevo solo quindici anni e non capivo niente di politica, per amore della patria e sotto l'influenza dei miei fratelli ho preso parte alla lotta..."

Nella voce roca di Lirì si percepisce una strana mescolanza di orgoglio e di rimpianto, mentre ricorda il primo grande mutamento della sua vita: la fanciulla che sin dalle elementari aveva studiato pianoforte, che aveva frequentato i migliori collegi, diventò partigiana.

Sulla lotta per la liberazione dal fascismo Lirì non fornisce particolari (Anna Rosa interviene pochissimo, la lascia parlare). Comincia subito invece a descrivere le condizioni di vita sotto il regime di Enver Hoxha.

"...Perché il comunismo è molto bello come dottrina, ma quando viene alla pratica è un'utopia, è impossibile realizzare questi sogni..."

E' il momento del disincanto, che traspare dalle parole pacate di Lirì: "... qui abbiamo visto prigioni, internati di qua e di là, non si poteva fare peggio dello stato: una parola, e ti mettevano in carcere."

Dopo la liberazione Lirì aveva ripreso i suoi studi di pianoforte a Zagabria e poi aveva cominciato a insegnare a Tirana. Un lavoro statale, "ogni lavoro era statale in quel momento", in una scuola "che preparava gli elementi per l'arte della musica, pianoforte, violino, violoncello... sono stata io la direttrice."

In quel periodo suo marito era direttore generale della radio televisione albanese di stato, Radio Tirana. I loro figli (i due maschi sono ingegneri, attualmente uno lavora in Italia, l'altro a Durazzo, la figlia invece è farmacista) stavano completando i loro studi a Tirana. Insomma, una buona posizione per tutta la famiglia.

Poi però...

2. Dalle durezze del regime agli ultimi cambiamenti


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