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Per una nuova immagine 
delle donne albanesi

Un progetto
di
Anna Rosa Iraldo e Paola Musarra
Diciassettesima parte





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Sommario

Un poeta al convegno
testi di Visar Zhiti
traduz.: Keti Sejko del Bota Shqiptare

Non sempre - anzi direi quasi mai - la sensibilità maschile è in grado di evocare la finezza delle percezioni che una donna sa (ac)cogliere. Ma forse, nel caso dei poeti, o almeno di "questo" poeta, possiamo fare un'eccezione...

La volta scorsa vi ho parlato dell' incontro con i poeti albanesi alla Casa delle Letterature di Roma.

Questa volta vi offriamo alcuni estratti dell'articolo del "Bota Shqiptare" che il poeta Visar Zhiti ha scritto sul convegno. Il suo sguardo ha visto cose che noi non vediamo.

Paola Musarra

... cose che noi non vediamo ...

Il volantino del convegno

Veramente interessante doveva essere, al di là della fredda impressione che ti lasciava l'invito con la foto non azzeccata del minatore dalle grosse guance, con l'impermeabile e la lampada in mano, la classe operaia che fu, cui spettava l'arte della 'nuova Albania'...

Il minatore - foto Kumi

La Casa delle Letterature, nella Piazza dell'Orologio 3, accanto a piazza Navona, una delle più famose al mondo, con le sue fontane e le statue mitologiche di Bernini, piena di pittori che disegnano senza mai fermarsi, piena di cantanti e clown, accanto ai quali si raduna tanta gente e dove per tutta la notte ti capita di sentire quasi tutte le lingue dell'umanità, sotto una bella luna che non manca mai. Altrimenti te la inventi dall'estro, e la sua luce verrà giù come una cascata onirica...

In volo da Tirana

Veniva naturale paragonare il bianco aereo dell'Albanian Airlines con il Pegaso. Mentre si introduceva con un leggero ronzio nelle bianche nuvole, "Stiamo volando a 8 mila metri di altezza", si udì dall'altoparlante, forse la voce di uno dei piloti, "con una velocità di circa 750 km all'ora"; dalla piccola finestra rotonda si vedeva una grande ala metallica, più in là dei pantheon di aria, cubismo che si deformava velocemente e, all' improvviso, sotto l'aereo si apriva l'abisso azzurro del mare, una nave piccola quanto un giocattolo, e qualche Ulisse che continua a cercare Itaca.
"Ciascuno è alla ricerca della propria Itaca", dicevo al caro poeta Fatos Arapi, che stava vicino a me. Il bianco dei suoi capelli aveva qualcosa di celestiale, come pure la sua poesia.

Il poeta Fatos Arapi

Nel frattempo ci faceva piacere che le belle hostess parlassero in albanese, erano nostre connazionali.
Due-tre telecamere delle televisioni albanesi riprendevano il cielo infinito, i suoi labirinti di aria pieni di venti misteriosi.
Perché sono venuti i giornalisti, per l'attività dei poeti?
Ma no, a Roma sta andando anche il primo ministro albanese Fatos Nano, va a incontrare il suo omologo italiano Silvio Berlusconi ...
Sta qui?
In un altro aereo, è ovvio ...
A Roma abbiamo trovato il sole, tanto sole, che si spezzava nell'immenso aeroporto "Leonardo Da Vinci" e Paolo, l'italiano che ci aspettava, uno degli organizzatori, che parlava in perfetto albanese. "Mirë se erdhët" - ci diede il benvenuto sorridente.

Il primo giorno del convegno

La sala della Casa delle Letterature era piena di invitati, seduti, in piedi, tanti seguivano l'attività nel corridoio, su un grande schermo, ed altri ancora stavano nel giardino coperto di pietruzze e con i tavoli di legno.
Dopo i ringraziamenti rivolti agli organizzatori e specialmente alla signora Anna Bova, consorte dell'Ambasciatore italiano a Tirana, grazie anche gli sforzi della quale è stato reso possibile questo evento, presero la parola il direttore dell'Istituto italiano della Cultura a Tirana, signor De Gaspari, e gli illustri studiosi sig. Miracco ("un popolo muore senza poesia" dirà lui) ed sig. Altimari, i quali hanno dato il panorama della poesia albanese e arbëresh.
Dopo di loro si alzò Xhevahir Spahiu. Prima parlò della forza della poesia albanese, prendendo come esempi colleghi e amici, poi recitò la ben nota poesia "Fjala" (Parola).
Poi fu la volta della spigliata e orgogliosa Mimoza Ahmeti. Dopo di me si alzò la saggia Elsa Ballauri. Il poeta Fatos Arapi fu ricevuto con gli applausi. Il pomeriggio si chiuse con la poesia del moderatore della seduta, Besnik Mustafaj.

La prima serata

Al cocktail venne anche l'Ambasciatore sig. Mario Bova, che aveva lasciato il primo ministro Albanese in compagnia dell'Ambasciatore albanese a Roma, sig. Pëllumb Xhufi.
Incontrò tutti i poeti, uno per uno.
"Questa è la prima serata con voi - ci disse cordialmente - spero che preceda tante altre".

La mezzanotte ci trovò, Fatos Arapi e me, nella casa del nostro amico Roland Sejko, editore, traduttore e direttore del periodico per la diaspora albanese in Italia, "Bota Shqiptare".
Discutendo e bevendo raki albanese abbiamo fatto le ore piccole e così siamo andati a letto tardissimo...

Il secondo giorno

Nella mattinata del giorno successivo di nuovo il sole romano, splendente come uno scudo antico.
Si tenne l'incontro previsto con gli editori, che rappresentavano 18 case editrici, da sud a nord d'Italia. Hanno sentito noi, arrivati dall'Albania. Perché dobbiamo essere molto più conosciuti in Francia e meno in Italia, nostra 'vicina di casa', quando la letteratura di quest'ultima è conosciuta benissimo dagli albanesi?
Quando il nostro paese era isolato, la signora Albright affermò di conoscere la realtà albanese dai romanzi di Kadarè, raccontò ai presenti lo scrittore Fatos Arapi.
Eugenio Scalambrino, l'editore di "Argo", disse "Noi ti pubblichiamo se sei noto, per essere noto devi aver pubblicato. Come risolvere questo problema, quando si sa che i libri sono merce che deve vendere?".
Livio Muci, l'editore di "Besa", dette esempi di scrittori albanesi della diaspora, capaci di scrivere direttamente in italiano.
Si presentò il programma comunitario "Interreg III", il quale, secondo i suoi autori, "crea l'occasione per il sostegno della traduzione e della diffusione della letteratura albanese dall'altra sponda dell'Adriatico".

L'attività si concluse nel pomeriggio con le discussioni sul tema "Letteratura e potere". Gli oratori ricordarono la sceneggiatura del film "Slogans", scritto dal narratore di talento Ylljet Aliçka. Ad un certo punto, Xhevahir Spahiu non fu d'accordo con Pedrag Matvejeviç e la discussione si accese.
Uno degli organizzatori, Besim Petrela, badava che tutto andasse per il meglio, che non ci perdessimo l'un l'altro.

Una serata magica

La passeggiata nella serata romana è magica, non solo per le grandi strade e piazze, rese note dai film e dai romanzi, ma anche per le viuzze, dove l'imprevisto assomiglia alle metafore più audaci.
Piazza Navona dondolava come il nome che porta, bella nave fatta di ombre e luci.
Più in là, un vecchio club che festeggiava un suo anniversario e l'assegnazione di un premio, offriva vino ed altro a tutti i passanti.
Un popolo intero con i bicchieri di cristallo in mano, si congratulava contento.
Nel bello scompiglio generale entrammo pure noi, ubriachi delle nostre poesie.

Visar Zhiti

Traduzione Bota Shqiptare


Donne albanesi tra passato e presente
di Diana Çuli

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