"Se questo paese va avanti..."
Ardita è la prima donna che ho intervistato e, a parte le ragazze del liceo linguistico che ho incontrato recentemente, è anche la più giovane. Ha trentadue anni, è laureata in sociologia e lavora con un ONG italiana. E' stato facile fare amicizia con lei. Ci vediamo spesso quando vado a Tirana. Ho imparato molte cose di lei e da lei.
La conversazione si è sviluppata secondo un filo apparentemente poco logico, strutturata nel particolare linguaggio colloquiale di Ardita che, se rende difficile la sbobinatura e la resa nel testo scritto da parte di chi , fin dall'inizio di questo lavoro si era posto il problema del rispetto dell'interlocutore malgrado l'inevitabile filtro, dall'altra ne veicola la passione. Riascoltando e rileggendo il testo della nostra chiacchierata mi accorgo che in alcuni casi le sue frasi sospese,le ripetizioni, le riprese, i suoi intercalari dicono molto di più di una prosa conclusa e scorrevole.
Alla mia domanda un po' generica sul ruolo delle donne nella società albanese Ardita risponde entrando impetuosamente nel merito.
Ardita - Questo paese se va avanti, se andrà avanti, è solo per le donne. Sono quelle che lavorano di più, e poi la cosa bella è che la loro mentalità è cambiata, o continua a cambiare….Le donne trovano meglio, o prima, la forza per far fronte ai cambiamenti, alle difficoltà della famiglia, della vita, di tutto. Io certe volte mi dico "Perché ho scelto questa strada?" Però indietro non voglio più tornare.
Io ho visto delle donne che hanno fatto di tutto per mandare avanti le loro famiglie...
Le donne sono più avanti degli uomini...
Sono più capaci di inventarsi, di fare, di trovare le vie per arrivare a quello che vogliono o anche solo per mandare avanti la loro famiglia. Io, per esempio, ho una vicina di casa che prima lavorava come contabile in una ditta statale e poi è rimasta senza lavoro, suo marito era militare, è rimasto anche lui senza lavoro. Lei ha cominciato a cucire questo e quello, a fare piccole cose, finché adesso si trova con una ditta dove cuciono i tessuti per i divani; ha delle persone che lavorano per lei, sempre donne.
Gli uomini sono più…come dire…deve cambiare la loro mentalità.
Anna Rosa - Quindi sei d'accordo nel dire che nel momento della transizione gli uomini che hanno perso il loro lavoro statale, o comunque un lavoro al quale era legato il loro status, sono spesso rimasti immobili e vittime, mentre le donne si sono mosse...
Ardita - Sì, le donne affrontano meglio la realtà. E con tutto quello che hanno da sopportare, da affrontare ogni giorno - che è già tanto - anche senza avere situazioni estreme… solo mandare avanti la famiglia con tutto quello che questo porta con sé...
Anna Rosa - Questo si riferisce solo a Tirana o anche ad altre realtà?
Ardita - A Tirana e anche altre città grandi come Scutari, Korcia, Fier, Girocastro dove c'è una tradizione... Le altre non è che non vogliono, però se hai un marito con un lavoro che ti porta a casa tutto, accetti tutto, anche se soffri. Ma ci sono anche quelle che non accettano.
Veramente poi c'è anche il problema dell'opposizione maschile, del giudizio degli altri: che cosa pensano, che cosa dicono di me? Cosa faccio e non faccio? E' triste, specialmente nei villaggi. E' proprio triste.
Anna Rosa - Cioè le donne lavorano, però….
Ardita - Sì, sono loro che lavorano nei campi, sono loro che vengono nelle città a vendere i prodotti. E sono legate ai mestieri imposti dai mariti. Ci sono dei momenti in cui mi dico "ma no, non è così", e poi vado in questi villaggi e mi incontro con queste realtà...
Anna Rosa - Ci vai per lavoro? Che lavoro fai?
Ardita - Io ho una laurea in sociologia e lavoro in progetti sociali, in questo momento collaboro ad un progetto sanitario. Seguo i contatti tra la mia ONG e le istituzioni locali, statali, provinciali. Tengo i contatti tra la mia ONG e la controparte locale che ci interessa in un determinato momento, per esempio le istituzioni sanitarie, uffici statali, singoli individui, secondo il progetto. Spesso devo trovare un modo di mediare con la realtà locale. Poi con questo lavoro mi capita di fare di tutto. Per esempio quando c'era l'emergenza Kosovo ho fatto di tutto: ho pesato i pomodori e i cetrioli, ho distribuito, così. Se sei in contatto con la gente vuol dire che non è lo stesso lavoro tutti i giorni. Non sto davanti al computer tutto il giorno.
Anna Rosa - A proposito di computer, perché prima mi dicevi "non parlarmi di tecnologia, soprattutto non con gli uomini"?
Ardita - Perché gli uomini albanesi in generale - io sono molto diffidente degli uomini albanesi da due anni - a loro non piace vedere le donne davanti a loro, che guadagnano più di loro, che sono più brave, non gli piace proprio.
Io dico, partendo dalla mia esperienza, tu vai con delle persone che sono i tuoi compagni, per esempio all'università, vai alle feste, condividi tutto. Poi c'è un cambiamento totale quando le cose toccano la famiglia.
Lì è come se tornassero indietro, nel senso che cominciano a tirare fuori la tradizione, norme di morale, cose del genere. E' il maschio della famiglia quello che deve guadagnare di più. Questo succede con dei coetanei, con persone con cui per anni hai condiviso le idee, le cose, eccetera. Si sposano, si trovano in questa famiglia, sono tranquilli da questo punto di vista perché hanno trovato la moglie, magari fanno anche il figlio, adesso hanno la loro famiglia e lì deve essere la loro casa, sono loro che decidono, non la moglie.
Questo è troppo secondo me, è una cosa che finché tu non ti confronti, non ti rendi proprio conto perché dici "vabbe', qualcosa è cambiato in Albania", poi alla minima difficoltà che incontri ti rendi conto che non è così, che non è vero.
A me è capitato di sentire delle cose…