Jolanda - Mi chiamo Jolanda Trebicka e da due mesi lavoro presso la Banca mondiale su un progetto di riforma del sistema giuridico e per una iniziativa nuova, cioè l'anticorruzione.

Anna Rosa - Tu vieni da un'altra esperienza, completamente diversa... avevi anche un incarico di tipo politico, se non sbaglio...
Jolanda - Vengo da diverse esperienze: sono stata al Ministero della cooperazione economica e del commercio come direttrice del dipartimento del lavoro; per un periodo sono stata membro del partito socialdemocratico albanese e per nove mesi sono stata responsabile del Forum delle donne socialdemocratiche.
Quando sono venuta a lavorare qui alla Banca mondiale mi sono dovuta dimettere e ho presentato le mie dimissioni al partito socialdemocratico.
Anna Rosa - Viene spontaneo chiederti se ti manca questo impegno politico!
Jolanda - A me piaceva lavorare soprattutto per il programma economico del partito. Ho lavorato su questo programma per i compagni e per tutti, secondo i principi che si sono affermeti durante il regime, perché prima era un disastro.
Prima del regime la donna non aveva la stessa posizione degli uomini, mancavano tante cose... Adesso dal punto di vista dello sviluppo sociale delle donne, a paragone delle zone vicino a noi (la Macedonia, per esempio, io lo vedo sempre quando viaggio) io vedo una grande differenza: noi siamo più aperte, qualcosa è cambiato, non è come era prima. La dittatura ha portato una cosa nuova, uno spirito nuovo...
Anna Rosa - E questo spirito si è mantenuto nella fase di transizione, dopo la caduta del regime?
Jolanda - Beh, lo spirito si è mantenuto, ma si è mantenuto soprattutto nelle donne di città; nelle zone rurali, secondo quello che vedo io, le donne hanno fatto un passo indietro, perché adesso sono tornate tante religioni [ndr: Jolanda si riferisce alla riapertura dei luoghi di culto dopo la caduta del regime]... Anche noi, per esempio, qui in città - io lo vedo con la mia famiglia delle volte...con i genitori di mio marito...
Io ho combattuto per avere questa carriera, ho lottato tantissimo, a volte mi sono distrutta i nervi... La mia impressione è che nella campagna, o almeno nei centri meno sviluppati, le donne abbiano fatto un passo indietro... perché prima le donne erano tutte occupate in un lavoro nello Stato, cosicché, che lo volessero o no, erano coinvolte nella vita sociale. Adesso le donne non lavorano perché non hanno dove lavorare, sono dipendenti dagli uomini, non hanno libertà finanziaria, libertà sociale...
Anna Rosa - Quindi è mancanza di libertà personale?
Jolanda - Anche questo!
Anna Rosa - Molte persone, sia uomini che donne, hanno perso il lavoro statale. Mi è stato detto che in questa situazione sono state le donne le più brave a reinventarsi un lavoro.
Jolanda - Questo è vero soprattutto per le donne che vivono nelle grandi città come Tirana, o Durazzo e Valona che sono città portuali, dove la vita è diversa. Sono tante le donne che hanno preso il timone della famiglia e che lavorano. Ma anche lì manca la vita sociale.
Quando dico la vita sociale voglio dire che noi prima avevamo tante e tante attività per le donne e per tutti organizzate dallo Stato. Adesso queste cose mancano.
Le occasioni di riunione sono più spontanee: a volte sono organizzate dalle donne che lavorano insieme. Per esempio, abbiamo l'associazione delle donne avvocato, ci sono le organizzazioni delle donne che lavorano nel campo giudiziario, e così via: sono cose che avvengono su base volontaria.
Per me questo è un passo avanti, perché è la volontà di ognuna, non è lo stato che organizza e, che tu lo voglia o no, devi essere coinvolta!
Il tema appassiona Jolanda, i tasselli del mosaico che compongono la condizione della donna in Albania si sovrappongono. La militanza politica e l'esperienza di donna in carriera si intrecciano, è inutile cercare di districarle.
Jolanda - ...Perché c'è anche un'altra cosa: secondo il Kanun la donna non si poteva attaccare: gli uomini combattevano tra di loro, ma mai si poteva ammazzare una donna. E poi [ndr: durante il regime], la società comune era più sviluppata.
Anna Rosa - E voi, nel vostro Forum, vi occupavate di questi problemi?
Jolanda - Il nostro Forum era un Forum politico. Era una parte dell'organizzazione del partito socialdemocratico e faceva riunioni con le donne che erano membri del partito, ma invitava anche altre donne per fare, per capire... perché è importante essere impegnati, perché le donne sono più impegnate, sono più oneste, non sanno usare certi trucchi che usano gli uomini, nel senso anche più banale... per esempio, non vanno a bere una birra e organizzare una corruzione che... "Tu mi dai una cosa e io te ne do' un'altra"... perché sono più oneste, sono più controllate, lavorano di più.
Questa è un'opinione che è basata sui fatti, perché in anni e anni è venuto fuori che le donne sono più oneste.
A volte ci sono anche dei ministri o dei capi che, se hanno qualcosa di veramente speciale da fare, e vogliono qualcuno che sia molto attento, scelgono una donna perché sono sicuri che non fa corruzione, o cose del genere.
Anna Rosa - E adesso, ci sono donne in posizioni chiave?
Jolanda - Sì, per esempio il Ministro della cultura è una donna, il Ministro della cooperazione economica e del commercio anche, e abbiamo anche una donna vice Primo Ministro [ndr: questi dati si riferferiscono al momento in cui è stata fatta l'intervista; dal luglio 2002 ci sono due donne ministro, alla cultura e agli affari sociali]. E' aumentato il numero delle donne che lavorano nelle istituzioni, perché questa è la realtà, gli uomini si sono dati più alle attività private... anche se ci sono tante donne che hanno aperto una loro attività!